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Risultati elezioni 2022: i dati dei voti, seggi e affluenze

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I risultati di queste elezioni parlano chiaro. Tra percentuali più o meno attese, sicuramente in linea con i sondaggi pubblicati prima del divieto della loro diffusione quindici giorni fa, Fratelli d’Italia si attesta come prima forza politica del Paese. E se il centrodestra chiede comunque un vertice di maggioranza per decidere gli incarichi di governo, sembra ci sia il placet per la premiership di Giorgia Meloni, che diventerebbe così la prima donna Presidente del Consiglio della storia repubblicana dal ‘48 ad oggi.

In effetti, non sembrano esserci scenari alternativi ad un governo a guida Meloni, il cui partito ha ottenuto un solido 26% sia al Senato che alla Camera. Percentuale che se sommata ai numeri ottenuti dagli alleati di coalizione, permettono al centro-destra di ottenere la maggioranza assoluta in entrambe le camere del Parlamento. Un governo, quello di Meloni, che, almeno sulla carta, si presenta come solido. Eppure, andranno valutate le strategie post-elezione di Berlusconi e Salvini, i cui partiti hanno ottenuto meno di quello che si aspettavano, rispettivamente l’8% e il 9%. Soprattutto la Lega, che con una perdita di quasi 10 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2018, subisce i nuovi rapporti di forza all’interno della coalizione. Delusione anche per il Partito Democratico che non raggiunge la soglia psicologica del 20% (19%). Un tonfo che vale al Pd quasi il peggior risultato elettorale della sua storia, che potrebbe mettere in bilico la leadership di Enrico Letta. Il Movimento 5 Stelle, terza forza politica, si dice soddisfatto del 15% totalizzato, ritrovando, soprattutto al Sud, quell’elettorato che sembrava essersi dissolto negli ultimi 4 anni. Esperienza dolce-amara per il Terzo Polo che non raggiunge l’ambìto 10% (appena sotto l’8%), ma che si posiziona molto vicino a Forza Italia. Fuori dal Parlamento per non aver superato la soglia di sbarramento, Emma Bonino con Più Europa, l’attuale ministro degli esteri Luigi di Maio, fondatore di Impegno civico, Gianluigi Paragone della neonata Italexit e De Magistris di Unione popolare.

Risultato elezioni in numeri: il centro-destra è primo di quanto?

Come anticipato la coalizione rappresentata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia (resta fuori il gruppo “Noi Moderati” che non passa la soglia di sbarramento fissata al 3%) è quella che ha ottenuto più voti, riuscendo ad ottenere la maggioranza in entrambi le ali del Parlamento. Al Senato, laddove la partita sembrava meno scontata data la presenza di senatori a vita che alzano l’asticella della maggioranza, la coalizione di centro-destra è comunque riuscita nel suo intento ottenendo il 44,12 % delle preferenze. Si tratta di una solida maggioranza che si trasforma in un numero di seggi conquistati pari a 112 su 200. Scenario simile alla Camera dove il blocco di centro-destra, con il 43,90% ottiene 238 seggi dei 400 disponibili, superando con margine la quota di maggioranza numerica fissata a 201.

Questi numeri consentiranno alla nuova maggioranza di ottenere agilmente la fiducia del Parlamento e verosimilmente l’appoggio delle proprie iniziative legislative una volta al governo, fatte salve le modifiche costituzionali. Per modificare autonomamente la Costituzione infatti serve una maggioranza di 2/3 dei seggi in entrambe le Camere.

La coalizione di centro-sinistra si ferma al 26,25% al Senato e al 26,48% alla Camera, ottenendo rispettivamente 40 seggi su 200 e 78 seggi su 400. Il Movimento 5 Stelle trasforma i suoi 15,29% al Senato ed il 15,05% alla Camera rispettivamente in 30 seggi a palazzo Madama e 52 seggi a Montecitorio. Al Terzo Polo spettano con un 7.81%, 10 posti in Senato e con un 7.85%, 20 seggi alla Camera.

Voto ai minimi storici: un altro risultato delle elezioni 2022

Con dati aggiornati a 7904 comuni su 7904, il dato nazionale dell’affluenza definitiva alle urne si attesta intorno al 64%.  Battuta di arresto netta – ben 10 i punti percentuali persi rispetto alla tornata precedente del 2018 – che porta la partecipazione alle urne repubblicane ai minimi storici. La geografia dell’astensione è altresì eloquente: fatta eccezione per la Valle d’Aosta, l’Italia si spacca in due, con dati al di sopra dell’affluenza media da Lazio e Abruzzo in su, e medie regionali al di sotto non solo del dato nazionale, ma anche della soglia del 60%, per Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. A superare il 70% solo Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Redazione
Orizzonti Politici è un think tank di studenti e giovani professionisti che condividono la passione per la politica e l’economia. Il nostro desiderio è quello di trasmettere le conoscenze apprese sui banchi universitari e in ambito professionale, per contribuire al processo di costruzione dell’opinione pubblica e di policy-making nel nostro Paese.

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