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Dalle BR a Forza Nuova: tutti gli estremisti d’Italia

Tempo di lettura stimato: 7 min.

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Nelle ultime settimane si è allungata la lista degli arresti legati all’assalto alla sede CGIL di Roma nell’ambito di una manifestazione contro il green pass. Le ultime sei persone su cui sono state imposte misure cautelari sono membri di Forza Nuova (FN), partito politico neofascista e nazionalista. Le incresciose immagini della devastazione della sede centrale del più antico sindacato italiano hanno sollevato molto clamore e molte polemiche, anche all’interno della maggioranza di governo: infatti, se il Partito Democratico e le altre forze di centrosinistra hanno depositato una mozione in cui chiedono lo scioglimento di Forza Nuova e altri movimenti simili, la Lega non ha preso una posizione chiarissima. Per quanto riguarda l’opposizione, Giorgia Meloni vede l’ipotetico scioglimento di FN come un modo per colpire Fratelli d’Italia, partito peraltro finito di recente nell’occhio del ciclone per un’inchiesta di Fanpage. In Italia esistono legami tra movimenti estremisti come quelli sopracitati e le forze che siedono in Parlamento? Se sì, quanto sono forti?  

Forza Nuova e non solo: gli estremisti di oggi

Come dicevamo, Forza Nuova ha riempito le pagine dei quotidiani per via della distruzione causata da alcuni suoi membri in occasione di una protesta no-pass. È sbagliato, però, pensare che i crimini commessi da esponenti del partito di estrema destra, fondato a Cave (RM) nel 1997, si limitino a questo. Non si può dimenticare, infatti, che FN era stata oggetto di grande attenzione mediatica già a fine ottobre 2020, quando era stata accusata di essere “regista” dei tafferugli avvenuti a Napoli in seguito alle chiusure notturne disposte dal governatore De Luca. Né che nel 1980 il leader Roberto Fiore si è rifugiato a Londra dopo un ordine di cattura relativo alle indagini sull’attentato della stazione di Bologna, con una condanna per associazione sovversiva e banda armata arrivata poco dopo. FN non è l’unico movimento di estrema destra che agita le piazze italiane.

La più importante organizzazione di questo tipo è senza dubbio CasaPound, fondata come movimento nel 2003 (con l’occupazione abusiva di uno stabile a Roma) e divenuta partito nel 2008. Partito che dichiara di ispirarsi soprattutto al fascismo della prima ora, quello degli arditi. Anche i componenti di CasaPound sono particolarmente inclini alla violenza: è celebre, infatti, la testata del militante Roberto Spada (affiliato all’omonimo clan) ad un giornalista, così come l’assalto ad un centro sociale di Cremona nel 2015, che fece finire un uomo in coma. Sempre nel perimetro dell’estrema destra è presente il movimento Lealtà e Azione, nato come sezione italiana di un movimento suprematista bianco statunitense fondato da ex membri del Ku-Klux-Klan, e attivo soprattutto in Lombardia. Altri movimenti di estrema destra, ma di minori dimensioni, sono presenti in tutte le regioni d’Italia, e molto spesso coinvolgono gli ultras delle squadre di calcio.

L’estremismo, però, non è soltanto nero, ma anche rosso. Anche se i gruppi dell’attuale estrema sinistra sono molto meno numerosi (e meno violenti, come vedremo tra poco) rispetto a quelli degli anni di piombo, trovano comunque occasione per far parlare di sé. È il caso, ad esempio, del Movimento Giustizia Proletaria, attivo dal 2019 e protagonista di diversi attentati incendiari in Sardegna e in Toscana, o del Partito Marxista-Leninista italiano, favorevole al regime dei talebani e con la volontà di “seguire il loro esempio”.

Lo Stato contro i movimenti estremisti: dalla legge Scelba alla legge Mancino

La più celebre norma in materia di movimenti estremisti è la legge n. 645 del 1952, che prende il nome dal politico democristiano Mario Scelba, Ministro dell’Interno in diversi governi De Gasperi e nel Fanfani III, oltre che nello Scelba I, in cui era anche Presidente del Consiglio. Essa introduce il reato di apologia del fascismo, in un periodo, quello del secondo dopoguerra, in cui la memoria del regime è molto forte, e in cui le azioni eversive (provenienti anche dalla sinistra extraparlamentare) rappresentano un serio rischio per la democrazia.

La legge Scelba è stata invocata dai parlamentari PD proprio in occasione delle violenze di Forza Nuova degli ultimi tempi, anche se la sua applicazione non è poi così facile (difatti, è avvenuta soltanto tre volte in quasi 70 anni a fronte della presenza di decine di movimenti neofascisti). Sull’onda dei fatti accaduti negli ultimi anni in Germania, dove dopo l’assassinio del politico della CDU Walter Luebke da parte di un gruppo neonazista sono state varate una serie di leggi che condannano duramente ogni richiamo al nazismo, si potrebbe pensare di dare nuova credibilità alla Legge Scelba. Essa, infatti, seppur efficace contro la pericolosissima Ordine Nuovo (organizzazione neofascista responsabile di terribili attentati), non è riuscita ad impedire a una lista chiamata “Fascismo e libertà” (con il fascio littorio sul simbolo) di presentarsi alle elezioni amministrative del 2013 in Lombardia.

Altre importanti leggi per cercare di fronteggiare gli estremismi sono state promulgate nel corso degli anni di piombo: tra queste la legge Reale (1975, contiene una serie di norme antiterrorismo), l’istituzione di corpi speciali antiterrorismo (1978) e la legge Cossiga (1980, amplia i poteri della polizia e inasprisce le condanne per i colpevoli di terrorismo). Nel 1993, infine, è stata approvata la cosiddetta Legge Mancino, che sanziona e condanna gesti, frasi, azioni e slogan che hanno per scopo l’incitamento all’odio, l’incitamento alla violenza, la discriminazione e la violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Anche quest’ultima norma è costantemente violata dai gruppi estremisti italiani.

L’impatto dei movimenti estremisti sulla storia dell’Italia repubblicana

La presenza dei movimenti di estrema sinistra si è piuttosto assottigliata negli ultimi due decenni, ma fino alla fine della Prima Repubblica è stata molto forte: molti, infatti, sono i tragici eventi cui è legata. Fra tutti uno dei più gravi avvenimenti dell’intero periodo degli anni di piombo, ossia il sequestro (e poi l’uccisione) del presidente della Democrazia Cristiana (già 5 volte Presidente del Consiglio) Aldo Moro, operato dalle Brigate Rosse (BR) tra il 16 marzo e il 9 maggio del 1978.

Proprio le Brigate Rosse, costituite nel 1970 in provincia di Reggio Emilia da Renato Curcio, Alberto Franceschini e Margherita Cagol (fra gli altri) e dissoltesi nel 1988, rappresentano il più numeroso e più longevo gruppo terroristico di sinistra del secondo dopoguerra esistito in Europa Occidentale. Secondo il giornalista Sergio Zavoli, le BR hanno rivendicato (tra il 1974 e il 1988) altri 85 omicidi oltre quello di Aldo Moro. A questi si aggiungono numerosi sequestri, ferimenti e rapine, ma anche attentati, come quello alla sede romana della DC del 1979. 11 anni dopo la dissoluzione delle BR, faranno la loro comparsa le “Nuove Brigate Rosse”, che nel 2002 assassineranno a Bologna il consulente del Ministero della Previdenza sociale Marco Biagi. Oltre alle BR, si possono contare decine di organizzazioni armate di estrema sinistra operanti contestualmente, tra cui i Nuclei Armati Proletari, la Brigata XXVIII marzo (responsabile dell’omicidio di Walter Tobagi) e i Gruppi Armati Proletari.

Nello stesso periodo, le organizzazioni armate di estrema destra erano forse meno numerose, ma altrettanto violente e purtroppo altrettanto in grado di segnare la storia recente del nostro Paese. La già citata Ordine Nuovo, ad esempio, è responsabile della strage di Piazza Fontana a Milano del 1969 e di varie bombe su treni, ed è accreditata come principale responsabile della strage di Piazza della Loggia a Brescia (1974). Anche il più grave atto terroristico della storia italiana del dopoguerra, e cioè la bomba alla stazione di Bologna (1980) è opera di uno di questi movimenti: nello specifico, dei Nuclei Armati Rivoluzionari, responsabili di altri 33 omicidi. Chiude il cerchio dei più terribili attentati degli “anni di piombo” la strage del treno Italicus (1974), rivendicata da Ordine Nero.

I legami tra movimenti estremisti e forze parlamentari

Nonostante nessuna delle organizzazioni finora citate sia mai entrata alle camere, molte di esse hanno (o hanno avuto) legami più o meno forti con le forze parlamentari. La reticenza di Giorgia Meloni nel condannare gli atti di violenza delle scorse settimane, ad esempio, deriva anche dalla vicinanza di Forza Nuova a Fratelli d’Italia.
Secondo Repubblica, infatti, sarebbe in corso un progressivo riavvicinamento tra il movimento di Fiore e il partito erede de facto del Movimento Sociale Italiano, che gioverebbe al primo (almeno nelle parole dei forzanovisti) per tre motivi: ripulirsi dalle violenze di piazza, capitalizzare il consenso, sfruttare la comunanza di molte idee politiche.

Per quanto riguarda Casapound, è noto che il movimento presieduto da Gianluca Iannone abbia avuto legami per diversi anni con la Lega di Matteo Salvini. L’intesa nasce 7 anni fa, quando il leghista Borghezio è eletto al parlamento europeo anche grazie ai voti della “tartaruga”, e prosegue con diversi comizi congiunti durante il periodo di opposizione al governo Renzi. Negli anni successivi il rapporto sembra raffreddarsi, ma ecco che nel 2019 Matteo Salvini pubblica un suo libro con la casa editrice Altaforte, guidata dal pregiudicato neofascista Francesco Polacchi ed editrice anche de Il Primato Nazionale, organo di stampa di CasaPound. Quando il legame si interrompe nuovamente, il movimento di Iannone cerca appoggi in Fdi, offrendo CasaPound come costola movimentista del partito. Chi invece sembrerebbe avere appoggi piuttosto certi in Fdi è Lealtà e Azione. Al movimento è da sempre vicino Roberto Jonghi Lavarini, il “Barone Nero” dell’inchiesta di Fanpage, dichiaratamente neofascista e sodale del capodelegazione Fdi al Parlamento Europeo Carlo Fidanza, travolto dal recente scandalo insieme a lui. Quanto agli attuali movimenti estremisti di sinistra, meno rilevanti nella cronaca odierna, non si segnalano al momento legami con partiti come quelli appena citati.

L’estremismo, che nell’ultimo decennio sembrava un concetto piuttosto superato, sta lentamente prendendo di nuovo forma, nonostante rispetto agli anni di piombo sia un fenomeno meno diffuso e quasi totalmente sotto il controllo delle autorità politiche e giudiziarie. 

Vittorio Fiaschini
Nato a Perugia 22 anni fa, dopo una triennale in Economia e finanza studio Economics of government and international organizations alla Bocconi. Amante di sport, cinema e storia, la mia passione numero uno è però la politica. Fanatico della Prima Repubblica, dico frequentemente "quando c'era lui", ma con riferimento a De Gasperi.

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