Le Organizzazioni non governative (ONG) sono al centro del dibattito pubblico italiano ormai da anni. Si sono quindi rinnovate, durante la pandemia, le proteste che descrivono le ONG come lontane dai bisogni del popolo italiano.
Bisogna considerare però come l’emergenza affrontata dall’Italia non sia solamente sanitaria, ma soprattutto economica, educativa e culturale. Il blocco di tutte le attività produttive non ritenute strettamente necessarie dovrebbe infatti comportare un aumento delle famiglie al di sotto della soglia di povertà pari a 260mila unità, come segnalato da Il Sole 24 Ore.
“Le ONG sono importanti perché, avendo un contatto diretto in situazioni critiche, riescono a completare i processi messi in moto dallo Stato, affiancandolo durante le emergenze e non”, ha riferito la Responsabile per le Relazioni Istituzionali di Save The Children, Fosca Nomis, in un’intervista esclusiva ad Orizzonti Politici. Quali sono allora le iniziative messe in campo da queste organizzazioni durante l’emergenza?
Le Ong in campo per la prevenzione
Fino a quando non verrà sperimentato un vaccino, lo strumento più efficace di controllo del virus rimarrà sicuramente la prevenzione. Le misure di distanziamento sociale previste dal governo, in allentamento nelle prime settimane di maggio, sono infatti tese al contenimento del virus in modo da non rischiare di sovraccaricare nuovamente il sistema sanitario nazionale.
Queste misure non possono tuttavia essere rispettate da tutta la popolazione. Il tessuto sociale italiano, infatti, presenta più di 50mila persone senza fissa dimora. È per questo che Ong come Emergency ed Intersos hanno istituito delle squadre che forniscono rifugio e kit igienici ed alimentari ai senzatetto di Roma e ai braccianti agricoli nelle Murge. Intersos si occupa inoltre di effettuare screening sanitari, tra cui il triage per il Covid-19, al fine di evitare la diffusione del contagio. Inoltre, come dichiarato, in un’intervista esclusiva ad Orizzonti Politici, dal Responsabile della Comunicazione per Intersos Giovanni Visone, il lavoro delle Ong è sensato ed efficace perché portato avanti in stretto contatto con le istituzioni locali e col sistema sanitario.
Medici Senza Frontiere è invece impegnata nel supporto del personale di case di riposo nel marchigiano. Strutture di questo tipo sono state origini di focolai e sono al centro del dibattito politico italiano per la loro gestione durante questa emergenza. La Ong si è occupata quindi di fornire personale specializzato sia dal punto di vista epidemiologico sia al fine di istituire dei percorsi di eventuale prevenzione e contenimento del virus.
Rimanere a casa è una scelta?
“Bisogna poi concentrarsi sul tema dell’impoverimento che è un’altra questione molto seria, anche perché in Italia l’impoverimento dei minorenni è triplicato negli ultimi dieci anni. Infatti dalla crisi del 2008 non c’è mai stata una flessione, bensì un crescendo di questi numeri e questa situazione emergenziale potrebbe comportare un duro colpo per quelle famiglie che si trovavano in una situazione di povertà relativa. Con l’arrivo dell’inevitabile recessione, queste famiglie potrebbero scivolare nella fascia inferiore di reddito. Da parte delle associazioni fornire una rete di sostegno può traghettare tantissime famiglie e ragazzi in questa situazione di povertà.”, come riferito dalla Responsabile per le Relazioni Istituzionali di Save The Children, Fosca Nomis, ad Orizzonti Politici.
Bisogna infatti considerare come il tessuto sociale ed economico presente in Italia sia molto variegato. Di conseguenza non tutte le famiglie italiane hanno avuto a disposizione i medesimi strumenti per affrontare questo periodo di quarantena. Il compito che si sono assunte le Ong è stato quello di cercare di equiparare questi strumenti, in termini anche di derrate alimentari per le situazioni più critiche, ma anche in termini di servizi materiali e ricreativi.
La situazione emergenziale si estende infatti anche a coloro che sono invece costretti a rimanere nelle proprie abitazioni poiché immunodepressi o soggetti fortemente a rischio. Emergency ha quindi svolto in questi mesi un servizio di consegna domiciliare per gli over 65 in queste condizioni, utilizzando personale istruito, che comprende necessità alimentari e farmaceutiche.
Vi sono poi Ong che non dispongono al momento di volontari, poiché impegnati in prima linea negli ospedali o con la protezione civile. Hanno quindi deciso di intervenire in questa emergenza supportando queste persone con sistemi digitali. È il caso di Action Aid. La Ong sudafricana ha creato infatti una piattaforma di civil hacking in occasione dei terremoti in centro Italia del 2016, estendendone l’utilizzo per questa emergenza. Attraverso questo software è possibile segnalare o visualizzare servizi di consegna a domicilio e di supporto psicologico. Si può inoltre usufruire di attività culturali e ricreative per adulti e bambini, fornendo strumenti di intrattenimento a chiunque non possa accedere ai canali convenzionali.
Durante questa emergenza vi sono inoltre pazienti psichiatrici impossibilitati ad avere un contatto diretto con i propri medici curanti. Mediterranea ha quindi deciso di creare un numero di assistenza, che permetta di affiancare personale specializzato a queste persone. L’obiettivo consiste nel fornire loro degli strumenti di consultazione ed alleviare le difficoltà di questa quarantena.
Le difficoltà della didattica online
“Nel medio e lungo periodo sicuramente bisognerà considerare come recuperare il tempo e le competenze persi e come migliorare la didattica a distanza perché uno degli scenari possibili è che ci sarà ancora bisogno di lavorare molto in questa direzione.”
Per ovviare alla chiusura delle scuole il governo ha disposto l’utilizzo della didattica on distance. Come però emerso dalla nostra intervista alla Responsabile per le Relazioni Istituzionali di Save The Children, Fosca Nomis, non sono stati considerati problemi relativi all’uso di questa nuova tecnologia. Ai docenti infatti manca spesso un’adeguata formazione per l’utilizzo di questo nuovo modello didattico sia dal punto di vista comunicativo che tecnologico. Per quanto riguarda invece gli studenti si crea una barriera all’istruzione, dovuta alle condizioni economiche delle famiglie e alla loro composizione.
“Si è rilevata purtroppo una significativa impreparazione della scuola italiana ad affrontare un cambio così repentino nelle modalità della didattica. Sarebbe invece molto importante attingere ad esempio ai fondi del Piano Operativo Nazionale per l’Istruzione. Al momento sono fermi da tempo e creano solo un’ulteriore fragilità nelle scuole.”
Oxfam e Save The Children cercano di combattere il fenomeno della dispersione scolastica attraverso strumenti di supporto tecnologico ed informativo. Entrambe le Ong si sono impegnate nella creazione di contenuti al fine di affiancare i docenti nuovi a questo tipo di tecnologia. Al contempo si propongono di facilitare l’apprendimento degli studenti attraverso videolezioni e materiale aggiuntivo.
Il focus di queste organizzazioni si concentra anche sulle sfide del futuro in ambito educativo. Come è emerso dall’intervista a Save The Children, “Sicuramente sarà necessario lavorare su quello viene definito il learning loss. Ovvero quella perdita di competenze che si accumula in un periodo lungo in cui bambini e ragazzi non seguono attività scolastica.”
Infine in questa situazione emergenziale la diffusione di informazioni non verificate ha subito un forte aumento. Il movimento Sottosopra, in collaborazione di Save The Children, si propone quindi di fornire ai ragazzi degli strumenti di comprensione di qualsiasi notizia con cui entrino in contatto. Il fine di questa iniziativa è evitare la condivisione di informazioni false e distorsive della realtà.
Questa emergenza ha evidenziato molti dei problemi che contraddistinguono il nostro Paese. Tuttavia, ha anche portato alla luce la solidarietà di queste organizzazioni, che nonostante siano spesso al centro di polemiche, non si sono tirate indietro quando c’è stato bisogno del loro contributo.