Il Genocidio Armeno è importante ancora oggi
Martedì 29 ottobre la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato a larga maggioranza (405 a 11, qui la votazione) il riconoscimento del genocidio armeno. Perché è importante una decisione del genere nel 2019? Le ragioni sono molteplici.
L’assordante silenzio degli USA sul genocidio armeno
Una gran maggioranza degli studiosi del periodo riconosce il genocidio armeno come tale, così come più di 30 Paesi del mondo in via ufficiale. Tra di essi è sempre rumorosamente mancato il nome degli Stati Uniti, perlomeno fino allo scorso 29 ottobre.
Il genocidio non è infatti riconosciuto dalla Turchia, un membro della NATO (il secondo per spesa militare, ad esser precisi). Fino a poco tempo fa le valutazioni politiche hanno sempre prevalso sulla realtà storica: così gli USA hanno sempre sorvolato sulla questione.
La situazione è cambiata
Oggi, però, le cose stanno molto diversamente. Screzi causati dalla fornitura militare russa alla Turchia hanno portato gli USA a eliminare il Paese dal programma degli F-35, mentre il Presidente turco Erdoğan si avvicina sempre di più a Putin, uno dei principali nemici degli USA.
Un altro grande punto di scontro è la questione del Kurdistan: i curdi sono stati infatti preziosi alleati degli Stati Uniti nel corso della guerra contro lo Stato Islamico in Iraq e in Siria. Tanto che, quando il Presidente Trump ha dichiarato di voler ritirare le truppe americane stazionate nella zona, il Partito Repubblicano è insorto in mezzo a timori legati proprio al popolo curdo. Lo stesso Trump si è trovato a dover immediatamente correggere il tiro, pubblicando uno dei suoi tweet più famosi degli ultimi tempi:
As I have stated strongly before, and just to reiterate, if Turkey does anything that I, in my great and unmatched wisdom, consider to be off limits, I will totally destroy and obliterate the Economy of Turkey (I’ve done before!). They must, with Europe and others, watch over…
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) October 7, 2019
Accanto a una piccola parentesi di modestia circa la propria “grande e impareggiabile saggezza”, il Presidente USA minaccia di “distruggere e annientare” l’economia turca nel caso in cui Erdoğan dovesse fare qualcosa di off limits.
Ciononostante, l’offensiva turca è iniziata. È in questo quadro che si colloca il riconoscimento del genocidio armeno. Una decisione simile è considerata molto grave dalla Turchia: Erdoğan ha persino minacciato di annullare la propria visita a Washington (ma non l’ha fatto).
Il genocidio armeno e l’attacco ai curdi
Uno dei più grossi problemi tra USA e Turchia è quello delle operazioni militari nel nord della Siria. Molti infatti le considerano un “attacco ai curdi”. La popolazione curda è infatti un’enorme minoranza etnica (costituisce il 20% della popolazione turca) malvista dalla Turchia. Nell’oriente del Paese, dove i curdi sono più concentrati, ci sono infatti vere e proprie formazioni paramilitari (tra cui gruppi terroristici come il PKK) che cercano di ottenere l’indipendenza dal governo centrale.
C’è dunque un gioco di richiami tra il genocidio armeno e le manovre militari in Siria. Il problema è che queste ultime rischiano di passare sotto silenzio, com’è successo per gli armeni per tanto, troppo tempo.