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INFRASTRUTTURE PER LA COESIONE SOCIALE E TERRITORIALE
In questa sezione si mette in primo piano tutto ciò che concerne la mobilità sostenibile legata alla coesione e all’inclusione dei giovani. In questo contesto, possiamo pensare al problema delle infrastrutture per la mobilità sostenibile e i giovani analizzando la situazione italiana da tre punti di vista differenti. Innanzitutto, una divisione nazionale tra Nord, Centro e Sud, successivamente tra città e periferie, ed infine focalizzandoci sulle Aree Interne (Ai).
Contesto
Divario Nord-Centro-Sud
- Nel corso degli ultimi decenni, il Mezzogiorno ha subìto un processo di crescente
disinvestimento finanziario da parte della pubblica amministrazione; - Tra il 2002 e il 2017, oltre 2 milioni di persone sono emigrate dal Mezzogiorno, di cui circa 132mila solo nel 2017: il 50,4% di questi erano giovani e il 33% di loro era laureato.
Città-Periferie
- I principali comuni capoluogo delle città metropolitane italiane raccolgono circa 9,5
milioni di persone, di questi più del 75% vive nelle aree periferiche; - Gli abitanti dell’hinterland riscontrano una maggiore difficoltà di accesso alla
maggior parte dei servizi: “il 60% delle famiglie dichiara di avere difficoltà nel
raggiungere il pronto soccorso (contro il 47% del centro), il 19% le farmacie (12,6% nel
centro), oltre il 20% mercati, supermercati e negozi di alimentari, oltre il 27% le poste.”; - L’Italia è uno dei Paesi più motorizzati al mondo: secondo l’Eurostat siamo secondi in
Europa solo al Lussemburgo per numero di vetture pro capite (con 646 auto ogni 1000
abitanti); - La mancanza di collegamenti urbani e di soluzioni di trasporto pubblico efficienti
diventano un impedimento importante per chi non ha la possibilità di dotarsi di un veicolo privato per spostarsi in autonomia. Tra questi, molti sono giovani.
Aree Interne
- Le Aree interne (Ai) rappresentano i comuni italiani più periferici in termini di accesso ai servizi essenziali e sono tutt’altro che marginali nel tessuto territoriale italiano. Infatti,
corrispondono al 52% del totale dei comuni italiani.17 Coprono inoltre circa il 60% della
superficie del territorio nazionale e ospitano oltre il 22% della popolazione. - La marginalizzazione delle Ai non riguarda solo la disuguaglianza territoriale, influisce
anche su una dimensione economica e sociale. La mancanza di prospettive favorisce
l’emigrazione dei giovani, creando ancora meno possibilità di sviluppo nel futuro.
Proposte di Policy
Lavorare sulla mobilità sostenibile può rappresentare un punto di svolta per l’inclusione, la
coesione e lo sviluppo dei giovani, nonché un passo fondamentale per contrastare il
cambiamento climatico. È possibile agire su tre livelli di mobilità.
Innanzitutto, bisogna ridurre il gap infrastrutturale tra Nord, Centro e Sud Italia, il quale ha portato a massicce migrazioni dei giovani meridionali in cerca di università più prestigiose e maggiori opportunità di lavoro. Per quanto riguarda le reti ferroviarie, questo è possibile tramite investimenti volti a rafforzare le infrastrutture interne e la connessione dei principali centri urbani delle regioni del Sud, ma anche incrementando le linee di Alta Velocità nelle connessioni tra regioni e tra i centri urbani di regioni molto estese, elevando le velocità dei mezzi interregionali e preferendo ai sistemi di trasporto Alta Velocità/Alta Capacità, quelli di trasporto passeggero AV LARG. Inoltre, risulta fondamentale intensificare le reti di trasporto pubblico che collegano i versanti del Tirreno e dell’Adriatico, prevedendo interventi diffusi di trasporto pubblico integrato là dove la conformazione territoriale impedisce lo sviluppo di ulteriori linee ferroviarie. Infine, sarebbe opportuno prendere l’esempio di Spagna, Francia e Finlandia incrementando le agevolazioni per i costi dei biglietti per i giovani, ed estendendo la copertura anche ai treni regionali. Oltre agli interventi alla rete ferroviaria e alla conseguente revisione del trasporto pubblico integrato, la realizzazione di smart road e il potenziamento dell’intermodalità anche attraverso infrastrutture portuali strategiche, come quelle di Augusta e Gioia Tauro, sarebbero opere in grado di produrre un impatto positivo non solo nell’area interessata, ma anche a livello nazionale ed europeo, stimolando l’occupazione giovanile.
Inoltre, risulta fondamentale investire per migliorare la situazione di disagio presente nelle zone periferiche dei grandi centri urbani italiani. Sono necessarie forme innovative di gestione e organizzazione dei trasporti, che siano in grado di garantire l’intermodalità anche nelle zone periferiche, con servizi di trasporto che non si limitino ai mezzi pubblici locali. Questa piena integrazione tra servizi di mobilità diversi è realizzabile attraverso piattaforme MaaS (Mobility as a Service). Oltre a fornire un chiaro incentivo all’utilizzo di trasporti più sostenibili e quindi contribuire a lungo termine ad una riduzione dell’inquinamento atmosferico, il MaaS comporta benefici non solo per gli utenti, che potranno usufruire di servizi di mobilità personalizzati, senza soluzione di continuità, di alta qualità e con prezzi competitivi, ma anche per la pubblica amministrazione e le imprese. La PA sarebbe in grado di implementare interventi di pianificazione territoriali che consentirebbero investimenti più mirati e quindi un’allocazione più efficiente di risorse sulla base dei reali bisogni degli utenti, mentre l’alto tasso di occupazione dei veicoli porterebbe anche ad un abbattimento dei costi, creando notevoli benefici per le imprese.
Infine, è necessario intervenire contro la marginalizzazione delle Aree interne. Agendo attraverso la Strategia Nazionale per le Aree Interne riteniamo sia necessario porre come ultimo fine la creazione e la promozione di smart villages, ovvero di comunità rurali che presentino le seguenti caratteristiche: (1) la possibilità di usufruire di soluzioni di sharing-mobility così da favorire l’interconnessione delle piccole comunità partendo direttamente dalla domanda; (2) una maggiore capillarità del trasporto pubblico locale, specie nei periodi di alta domanda; (3) la presenza di mini-hub o punti di interscambio posti nei pressi delle stazioni ferroviarie/autobus più vicine e nei pressi di complessi residenziali a maggiore densità abitativa all’interno dei territori comunali.