FORMAZIONE E LAVORO
In questa sezione si mette in primo piano tutto ciò che concerne l’autorealizzazione della
persona e, soprattutto, dei giovani, che hanno una scarsa fiducia nel futuro a causa della
pandemia, uno stato sociale insostenibile nel lungo termine e una mancata attenzione e cura nei confronti della loro formazione e inserimento nel mondo del lavoro.
Contesto
Istruzione
- La spesa pubblica italiana nell’istruzione risulta inferiore alla media europea sia in
rapporto al Pil, sia in termini di spesa pro capite; - I risultati delle prove Invalsi mostrano forti disuguaglianze territoriali – sia interregionali
che intraregionali – e sociali; - I risultati delle prove PISA segnalano prestazioni peggiori degli studenti italiani rispetto
alla media Ocse; - Abbandono scolastico in aumento – e di conseguenza aumento del numero di Neet.
Università e ricerca
- Il sistema universitario nel suo complesso presenta delle performance da top 10 al
mondo, nonostante un finanziamento pubblico che in rapporto al Pil è il più basso
d’Europa: lo 0,3%, contro una media europea dello 0,8%; - I giovani italiani sono tra gli europei che si spostano meno per studiare, anche a causa
della carenza di servizi per lo studente come residenze e borse di studio; - L’Italia è all’ultimo posto nell’area Ocse per numero di laureati;
- Vi è una netta iniquità nella ripartizione delle risorse tra Nord e Sud, sia per Università
che per Ricerca. Dal 2018 il divario tra Nord e Sud ha però dato piccoli segnali di
ricucimento, grazie all’introduzione dei cosiddetti dottorati innovativi.
Mondo del lavoro
- Durante il primo semestre del 2020, 257 mila giovani tra i 18 e i 29 anni hanno perso il lavoro;
- Già nel periodo pre-crisi vi era un alto tasso di disoccupazione (pari al 28,9% nel 2019), ma anche un alto livello di inoccupazione (essendo il 22,2% dei giovani tra i 15 e i 29 anni non impegnati in alcuna attività né di studio, né di lavoro, né di formazione, i c.d. Neet);
- Ulteriore dimensione di disuguaglianza all’interno della categoria “giovani” è quella delle donne;
- In dieci anni il numero di espatri è triplicato, passando da 39 mila nel 2008 a 117 mila nel 2018. Nel 40,6% dei casi si è trattato di ragazzi tra 18 e 34 anni.
Proposte di policy
La scuola, in ginocchio dopo tanti mesi di didattica a distanza, può risollevarsi (1) formando e rinnovando il corpo docenti con una maggiore attenzione all’aspetto digitale e linguistico, (2) risanando le diseguaglianze territoriali e sociali attraverso investimenti ad hoc nelle scuole più svantaggiate, seguendo la logica della discriminazione positiva, (3) finanziando degli “sportelli” di supporto psicologico e di orientamento accademico per i ragazzi e, infine, (4) ripensando l’alternanza scuola-lavoro come un “laboratorio delle competenze”, uno strumento di orientamento per gli studenti di quinta superiore.
D’altra parte, anche il mondo universitario e della ricerca ha bisogno di un maggior supporto, al fine di risanare problemi che sono diventati ancor più evidenti in tempo di pandemia. Questo può essere fatto tramite (1) la riduzione del divario territoriale tra università italiane e l’aumento dei servizi agli studenti universitari come borse di studio e residenze universitarie, (2) maggiori opportunità di collaborazione tra mondo della ricerca e imprese, (3) offrendo più tutele ai dottorandi senza borsa e, infine, (4) identificando delle linee guida per armonizzare l’utilizzo della didattica telematica in futuro sul territorio italiano al fine di evitare lo sviluppo di nuove disuguaglianze.
Per concludere, rafforzare il ponte tra l’istruzione ed il mondo del lavoro è fondamentale per garantire un futuro alle giovani generazioni. Azioni in questo campo devono necessariamente puntare a (1) creare nuovi posti di lavoro e nuove tutele, ad esempio incentivando pratiche di welfare interaziendale con un’attenzione particolare alla conciliazione vita-lavoro, per aumentare l’occupazione delle giovani donne e la sostenibilità delle giovani coppie. Inoltre, diventa di primaria importanza (2) potenziare le politiche attive del lavoro e i centri per l’impiego con un’attenzione particolare alla categoria dei Neet e (3) ridurre la fuga di cervelli aumentando l’attrattività dell’Italia tramite nuove infrastrutture per il lavoro che producano partnership fruttuose tra aziende e cittadini di zone svantaggiate.
Tutto ciò con il fine ultimo di una formazione a 360 gradi di futuri cittadini e lavoratori
consapevoli, sviluppandone la personalità, sollecitandone la capacità di costruire una visione autonoma della realtà e valorizzandone il pensiero critico, la creatività, la capacità di innovazione.