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Il futuro della mobilità passa per il MaaS

Tempo di lettura stimato: 5 min.

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Articolo pubblicato su Business Insider

Congestione, incidenti, inquinamento: ripensare la gestione della mobilità urbana è una delle grandi sfide dei nostri tempi. L’efficienza del sistema dei trasporti è un fattore imprescindibile per la crescita socioeconomica dei Paesi, nonché un importante stimolo alla loro competitività. Nel momento in cui esso risulta essere insostenibile impone invece innumerevoli costi ambientali, economici e sociali. Vale la pena ricordare che ad oggi il settore è in Europa responsabile del 30% delle emissioni totali di CO2, di cui il 72% proviene dal solo trasporto stradale. In più, un altro aspetto da tenere in considerazione è quello dell’accessibilità e dell’inclusione sociale: l’assenza di un trasporto pubblico efficiente incide infatti sull’accesso ai servizi di base, all’occupazione e alle relazioni sociali di fasce della popolazione vulnerabili e/o residenti in aree territoriali svantaggiate.

È proprio in questo senso che bisognerebbe premere l’acceleratore, sfruttando le risorse stanziate dall’Unione europea per sostituire un parco auto inquinante e sviluppare sistemi più virtuosi ed integrati di mobilità condivisa, anche in merito al raggiungimento dei traguardi fissati dal Green Deal e in conformità con la nuova “Strategia per una mobilità intelligente e sostenibile” della Commissione europea. In uno scenario post Covid, la disponibilità di risorse e le innovazioni tecnologiche sembrano creare la congiuntura ideale per gettare le basi di un nuovo modello di mobilità, che intercetti il forte interesse sociale verso i temi della sicurezza e della sostenibilità ambientale. In questo senso diventa necessaria una stretta collaborazione tra gli attori privati e il settore pubblico, che ha un ruolo abilitante e di coordinamento nei processi di pianificazione funzionale delle città in un’ottica di intermodalità tra le diverse soluzioni di trasporto.

Il MaaS come soluzione

Questa piena integrazione tra servizi di mobilità diversi è realizzabile attraverso le cosiddette piattaforme MaaS (Mobility as a Service): l’idea è quella di integrare varie forme di servizi di trasporto in un unico punto di accesso ai servizi di mobilità. Grazie alla disponibilità delle nuove tecnologie digitali, gli utenti possono pianificare i loro spostamenti in tempo reale, usufruendo di servizi di mobilità forniti da operatori diversi (pubblici e privati) utilizzando un’unica piattaforma e un unico metodo di pagamento. Dunque, sulla base dei criteri selezionati (come luogo di partenza e arrivo, orario, convenienza), viene fornita la combinazione ottimale dei mezzi di trasporto, con i rispettivi documenti di viaggio ed informazioni relative a possibili ritardi o cambiamenti dell’itinerario. La funzione principale è quella di riuscire a catalizzare un mercato aperto e dinamico per la fornitura di servizi di mobilità incentrati sull’utente attraverso un’unica interfaccia: combinare dunque i vari servizi di trasporto esistenti in offerte di maggior valore. La piattaforma stessa si occupa poi di ridistribuire gli utili agli operatori coinvolti.

Sono tanti i possibili benefici

Oltre a fornire un chiaro incentivo all’utilizzo di trasporti più sostenibili e quindi contribuire a lungo termine ad una riduzione dell’inquinamento atmosferico, il MaaS comporta benefici per gli utenti, per il settore pubblico e per le imprese. I primi potranno usufruire di servizi di mobilità personalizzati, senza soluzione di continuità, di alta qualità e con prezzi competitivi. In secondo luogo, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione coinvolte in questo tipo di strumento permetterebbero al settore pubblico di gestire e monitorare maggiormente la mobilità a livello urbano e non solo. Raccogliendo maggiori dati su quelle che sono le necessità e la domanda di trasporto, la pubblica amministrazione potrebbe essere in grado di implementare interventi di pianificazione territoriali che consentirebbero investimenti più mirati e quindi un’allocazione più efficiente di risorse sulla base dei reali bisogni degli utenti. Non solo, l’implementazione del MaaS porterebbe a una riduzione del traffico urbano e della necessità di parcheggi, che hanno un impatto positivo sulla produttività e sugli incidenti stradali. Inoltre, l’alto tasso di occupazione dei veicoli risulterebbe anche in un abbattimento dei costi, creando un evidente vantaggio per le imprese e gli operatori privati. Infine, la mobilità come servizio fornisce nuove opportunità di mercato sia per i settori di trasporto tradizionale che per le imprese più innovative, come quelle di sharing mobility.

La diffusione delle tecnologie MaaS

Le iniziative MaaS sono sempre più diffuse a livello mondiale. Stando a uno studio pubblicato nel marzo 2020 da Fortune Business Insights, nel 2018 il mercato globale MaaS valeva 182 miliardi di dollari e si stima che nel 2026 potrebbe toccare quota 210 miliardi. Concentrandosi sui singoli contesti nazionali, si rintracciano però schemi MaaS non del tutto identici. Prima di guardare nel dettaglio ai diversi modelli, si tenga presente la seguente questione. Il fatto che ogni Paese coinvolto faccia riferimento a un proprio sistema (o più) di Mobility as a Service rischia di essere un forte limite all’obiettivo ultimo dell’idea stessa di MaaS: una mobilità integrata su larga scala, anche inter-nazionale. Proprio per garantire coordinamento tra le singole realtà di trasporto locali e/o nazionali sono state create delle partnership ad hoc: è il caso della MaaS Alliance, guardando principalmente al panorama europeo, oppure oltreoceano dell’equivalente statunitense Mobility On Demand (MOD) Alliance. Formalmente partenariati pubblico-privati, questi accordi multilaterali nascono per gettare le basi di un mercato unico dei servizi MaaS: standard tecnologici condivisi, modelli di business comuni, approcci regolamentari simili. Si tratta, in definitiva, di evitare di cadere in un’altra paradossale frammentazione del sistema dei trasporti (da tanti singoli operatori a tanti MaaS indipendenti).

Un modello MaaS dovrebbe soddisfare 9 requisiti. Sul piano concettuale, si tratta della previsione di intermodalità di trasporto, dell’adozione di una prospettiva multi-stakeholder, della centralità dell’utente nel disegno del servizio, della possibilità di personalizzazione, nonché di customizzazione. Sul lato tecnico, invece, va definito un sistema tariffario, predisposta una piattaforma digitale unica, devono essere integrate tecnologie di supporto (come reti internet, GPS, Bluetooth o servizi di e-payment) e l’accesso e l’utilizzo del servizio devono avvenire tramite registrazione. Rielaborando uno studio pubblicato su Urban Planning di Cogitatio Press, presentiamo qui alcuni schemi MaaS attivi in Europa, tra progetti già maturi e altri in fase pilota. La selezione tiene conto solo degli schemi europei attualmente in funzione, che soddisfino la quasi totalità delle caratteristiche tipiche di un modello MaaS presentate sopra.

Il futuro della mobilità

Se da un lato questo nuovo approccio alla mobilità sembra essere l’orizzonte ultimo a cui aspirare visti i grandi benefici che può apportare alle nostre società, dall’altro in un qualche modo è ancora difficile abbattere la resistenza e lo scetticismo da parte sia della domanda che dell’offerta. Nel primo caso, la macchina viene ancora vista come un importante status symbol ed è complesso far discostare gli acquirenti dall’idea che il possesso di una nuova auto evochi il benessere e la posizione sociale del guidatore. Per quanto riguarda invece l’offerta, temi quali l’integrazione tecnologica, i rapporti con i clienti e la condivisione dati rimangono sensibili per i concorrenti in questo settore, che sono dunque restii a collaborare. Abbattuta la barriera culturale e trovando il giusto incentivo per permettere agli operatori di collaborare, la Mobility as a Service potrà farsi spazio nel pieno delle sue potenzialità.

Redazione
Orizzonti Politici è un think tank di studenti e giovani professionisti che condividono la passione per la politica e l’economia. Il nostro desiderio è quello di trasmettere le conoscenze apprese sui banchi universitari e in ambito professionale, per contribuire al processo di costruzione dell’opinione pubblica e di policy-making nel nostro Paese.

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