Secondo Bukele, questo nuovo sistema permette ai Salvadoregni di non pagare le tasse di cambio sulle rimesse e, per quel 70% della popolazione “senza banca” (unbanked), di avere accesso ai servizi finanziari. Tuttavia, il 15 settembre 2021, ovvero il bicentenario dell’indipendenza del Paese, migliaia di persone hanno marciato in protesta per l’adozione della criptovaluta e per le misure autoritarie del presidente.
La democrazia sotto scacco
In America Latina il rafforzamento della democrazia è tutt’oggi una delle principali sfide dei governi, e lo è ancora più nel contesto di disuguaglianza e povertà esacerbato dalla pandemia. Secondo il Latinobarómetro, negli ultimi anni c’è stato un declino nella forza democratica dei Paesi della regione e i latinoamericani hanno espresso la loro preoccupazione con diverse proteste più o meno violente. Tra i casi più esemplari si contano il Nicaragua di Daniel Ortega, l’Honduras di Juan Orlando Hernández, il Guatemala di Alejandro Giammattei, e El Salvador.
La democrazia salvadoregna si trova infatti sotto scacco dalle elezioni di Bukele del 2019. Bukele, che ha combattuto da giovanissimo contro la dittatura degli anni ‘80 e di formazione conservatrice, si è presentato come “candidato di rottura” e grazie alla sua personalità carismatica ha vinto le elezioni al primo tentativo. Il presidente è entrato in Parlamento con i militari chiedendo maggiori poteri legislativi e, fin da subito, ha mostrato un carattere autoritario, provocando conflitti tra l’Assemblea legislativa e la Corte Suprema. A maggio di quest’anno l’Assemblea, controllata dal partito presidenziale Nuevas Ideas (Nuove idee), ha destituito cinque alti giudici della Corte Suprema perché erano contrari alle idee del presidente. Secondo Human Rights Watch, Bukele ha lanciato continui attacchi alla democrazia sin dal primo giorno di governo e, al contempo, anche il nuovo report 2021 del Latinobarómetro afferma che “El Salvador è un serio candidato a trasformarsi in un’ autocrazia populista, con un alto appoggio del popolo.”
Inoltre, sulla scia di Costa Rica e Honduras, dal 2018 anche El Salvador ha rotto le relazioni con Taiwan per abbracciare il commercio e gli investimenti cinesi. Bukele ha accolto la decisione del suo predecessore, e a dicembre 2019 ha incontrato la sua controparte cinese, Xi Jinping. Tuttavia, tale rapporto potrebbe essere messo a rischio dato che il Dragone ha da poco bandito la criptovaluta, mentre gli Stati Uniti, ancora oggi primo partner commerciale di El Salvador, sono diventati la nuova destinazione preferita per il bitcoin mining.
Il bitcoin salvadoregno
In El Salvador al momento il bitcoin è stato introdotto tramite l’approvazione di una legge in Parlamento e ha acquisito corso legale al pari del dollaro. Acquisire corso legale significa renderne obbligatoria l’accettazione come mezzo di pagamento al momento di uno scambio.
Il bitcoin, infatti, è a tutti gli effetti valuta virtuale, detta anche cryptovaluta. A differenza delle valute tradizionali, l’emissione dei bitcoin non è garantita e non è a carico delle banche centrali, ma è decentralizzata e basa il suo funzionamento e validazione sulla tecnologia della blockchain. La blockchain è un registro digitale in cui si tiene nota delle informazioni relative alle transazioni che, ogni volta che vengono aggiunte, si posizionano sempre “alla fine della catena” della blockchain. Questa tecnologia è affiancata al bitcoin al fine di poter validare le transazioni poiché tutti possono accedere a questo registro condiviso, ma nessuno può modificarne le informazioni contenute che sono crittografate.
Il bitcoin e la politica monetaria
I lati positivi dell’utilizzo del bitcoin sono inerenti ai bassi costi di transazione e all’utilizzo facile e immediato che permette lo svolgimento di innumerevoli transazioni. Tuttavia, bisogna considerare che tale strumento potrebbe subire un repentino crollo nel valore da un momento all’altro e che la performance dipende anche dall’affidabilità degli operatori. Ad oggi, Bukele ha dichiarato che il Paese ha acquistato complessivamente 400 bitcoin (che ammonterebbero a 21 milioni di dollari) e un fondo di garanzia da 150 milioni di dollari per l’attuazione in bilancio di questa nuova legge.
Tale circostanza, però, non implica che El Salvador abbia acquisito sovranità monetaria. Infatti, l’emissione di bitcoin non è da intendersi come uno strumento di politica monetaria vero e proprio dato che nel Paese il dollaro rimane come corso legale alternativo.
Ciò si configura come uno dei rischi che continueranno a persistere anche dopo la riforma. Se la Fed riduce l’offerta di moneta mentre il bitcoin continua a salire, il Paese potrebbe sperimentare una repentina deflazione (ovvero un abbassamento dei prezzi) che non sarebbe sotto il controllo dei policymakers. Tale deflazione porterebbe dunque ad un arresto nei consumi e di conseguenza potrebbe di nuovo innescare una crisi economica. La legge bitcoin dunque non elimina i rischi sul mercato monetario a cui El Salvador è esposto, ma semplicemente riduce la dipendenza valutaria del Paese rispetto alla Fed.
Come è andata in El Salvador?
Per la diffusione e l’accumulo della nuova valuta, il governo di El Salvador ha lanciato un’applicazione per la creazione di un portafoglio virtuale (wallet) chiamata “Chivo” (che nello slang locale significa “figo”), che si può caricare con i dollari attraverso dei bancomat speciali installati dal governo. Dal 7 settembre tutti i cittadini hanno potuto accedervi con il documento d’identità e il governo, per incentivarne l’adozione, ha stanziato 30 dollari in crypto per il primo utilizzo. Tramite i propri dispositivi, dunque, i salvadoregni possono convertire direttamente i bitcoin in dollari senza rischiare di subire passivamente la volatilità della cryptovaluta. Ciò avviene con un sistema di funzionamento simile ai più comuni servizi bancari e di pagamento online.
Quest’ultimo, però, ha più volte dichiarato che l’uso dei bitcoin sarà solo facoltativo e che, se i cittadini vorranno, gli stipendi e le pensioni potranno essere erogati anche in dollari. Infine, il tasto dolente di questa legge finanziaria risulta la volatilità dei mercati. Il bitcoin di El Salvador ha subito infatti riprese di valore ma anche pesanti crolli – i 400 bitcoin che valevano 21 milioni di dollari al momento dell’acquisto, qualche giorno dopo ne valevano già 18. Ad oggi, però, la situazione sembra essersi maggiormente stabilizzata.
Testo a cura di Maddalena Fabbi e Sveva Manfredi
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