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Guida alle elezioni regionali in Lazio 2023: cosa c’è da sapere

Tempo di lettura stimato: 7 min.

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Il 12 e il 13 febbraio, i cittadini della Regione Lazio saranno chiamati a votare per il rinnovo del Consiglio Regionale e del Presidente della Regione. Prima di analizzare i principali candidati e i temi del dibattito, però, è necessario delineare il contesto storico e politico in cui le elezioni regionali avranno luogo.

Il contesto storico delle elezioni regionali in Lazio, e la giunta uscente

Considerando una prospettiva di lungo periodo, il Lazio ha visto, dall’istituzione della regione nel 1970, una prevalenza di governi di centrosinistra. Infatti, sebbene la Democrazia Cristiana (DC) – partito di centro – avesse governato in quasi tutte le legislature fino al 2000, lo aveva fatto all’interno di coalizioni che esprimevano maggioranze diverse (ad esempio il centrosinistra organico per la DC degli anni ‘70 o l’Ulivo per il Partito Popolare Italiano della seconda metà degli anni ‘90).
L’unica vera costante per tutta la durata della Prima Repubblica, era stata la presenza del
Partito Socialista Italiano (PSI) all’interno delle varie giunte, arrivato ad esprimere, in 25 anni, ben 6 governatori contro i 5 della DC – che era però un partito molto più grande e strutturato sul territorio.

Dagli anni 2000, con l’elezione di Storace, la situazione cambia. Si delinea un’alternanza tra governi di centrodestra e centrosinistra, che rimane tuttavia sbilanciata in favore dei secondi: dall’inizio del nuovo millennio ad oggi, le giunte “rosse” hanno governato per un totale di circa 15 anni, contro gli 8 del centrodestra.

Le ultime due legislature hanno visto come protagonista Nicola Zingaretti, ex segretario del Partito Democratico e primo presidente, nella storia della Regione Lazio, ad essere rieletto. Il periodo di governo di Zingaretti è stato caratterizzato da iniziative in diversi ambiti: in quello sanitario, ad esempio, spicca l’istituzione del registro tumori regionale, nonché il pugno duro sull’obbligatorietà delle vaccinazioni; sul piano dei diritti civili, invece, l’introduzione dell’obbligo per medici operanti nei consultori pubblici (anche se obiettori di coscienza) di certificare le richieste di aborto delle donne.
Altro tassello importante, in ambito ambientale, è stato la chiusura, nel 2013, della discarica di Malagrotta, una scelta che ha creato anche molte polemiche, accendendo il focus dell’opinione pubblica sulla emergenza che ne è conseguita e sulla questione rifiuti nella Capitale e nella regione in generale.

I candidati e le coalizioni alle elezioni regionali in Lazio

I candidati governatori alle elezioni regionali del Lazio del prossimo 12 e 13 febbraio sono sei, ma, secondo le stime, tre di questi si contenderanno la quasi totalità dei voti: si parla dei candidati appoggiati da centrosinistra e terzo polo, centrodestra e Movimento 5 Stelle. Le liste presentate in sostegno dei vari candidati sono in tutto 19.

Centrosinistra e terzo polo: Alessio D’Amato (PD)
Il candidato governatore per l’alleanza centrosinistra-terzo polo è espresso dal Partito Democratico (PD) partito cardine delle precedenti due legislature, ed essendo tuttora Assessore regionale alla Sanità per la giunta Zingaretti II, rappresenta un importante elemento di continuità con quella che è stata l’amministrazione della regione nell’ultimo decennio.
D’Amato, romano, 55 anni, una laurea in sociologia ed un master in Peacekeeping and security studies, ha acquisito negli ultimi mesi una certa notorietà a livello nazionale proprio in virtù del suo ruolo nella giunta regionale, grazie al lavoro svolto durante la pandemia sia nelle fasi di contenimento dei contagi e distribuzione dei vaccini.
L’esperienza in ambito politico-sanitario è frutto di un impegno quasi ventennale, cominciato nel 2005 con la nomina a membro della commissione sanità a bilancio della Regione Lazio e proseguito con la nomina – nel 2013 – a capo della cabina di regia della sanità regionale, appena dopo l’insediamento di Nicola Zingaretti come Presidente di regione.
D’Amato può contare sull’appoggio di 7 liste e 13 sigle in totale: PD, terzo polo (Azione, Italia Viva), +Europa/Radicali/Volt, Lista civica D’Amato, Demos, Verdi/Sinistra, Partito Socialista Italiano.

Centrodestra: Francesco Rocca (Indipendente in area cdx)
In risposta al profilo di D’Amato, Fratelli d’Italia – e Giorgia Meloni in particolare – hanno deciso di puntare su un’altra figura molto autorevole e rispettata, anche in questo caso con una consolidata esperienza in ambito politico-sanitario.
Il cinquantasettenne romano Francesco Rocca è infatti l’ex presidente della Croce Rossa Italiana (CRI), dimessosi proprio per competere in questa tornata elettorale.
Avvocato penalista e – come accennato – esperto manager e commissario in ambito sanitario, Rocca è un ex militante del Fronte della Gioventù (sezione giovanile del Movimento Sociale Italiano, in cui si è formata la stessa Premier Meloni), ma attualmente non possiede tessere di partito.
Attualmente Rocca appare come il favorito alla guida della regione, considerando che la legge elettorale non prevede ballottaggio e viene dunque eletto presidente il candidato che ottiene la maggioranza relativa dei voti. L’ex presidente della CRI può contare sull’appoggio di 6 liste: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, UDC, Noi Moderati/Rinascimento, Lista civica Rocca presidente.

Movimento 5 Stelle e Polo Progressista: Donatella Bianchi (indipendente)
Voluta da Giuseppe Conte per il suo forte impegno in favore dell’ambiente, Donatella Bianchi, nata a La Spezia 59 anni fa, è una figura indipendente dal mondo politico e lavora come giornalista, soprattutto in Rai (dove conduce dal 1994 il programma Linea Blu). Negli anni passati ha svolto diverse consulenze presso Ministeri della Repubblica, oltre ad essere presidente del WWF Italia e del Parco Nazionale delle Cinque Terre
Oltre che dai 5 Stelle, Donatella Bianchi è anche appoggiata da alcuni ex PD come Stefano Fassina, oltre che da molte figure del mondo sindacale (soprattutto tra quelle vicine a CGIL e FIOM) e da esponenti di Sinistra Italiana. Tutte queste personalità sono raccolte nella lista Polo progressista, una delle tre liste che appoggiano la giornalista oltre a Coordinamento 2050 e, ovviamente, il Movimento guidato da Conte.

Gli altri candidati
Unione Popolare (con al suo interno anche Rifondazione Comunista e Potere al Popolo) propone come candidata Rosa Rinaldi, ex sindacalista FIOM ed ex sottosegretaria al lavoro nel secondo governo Prodi, oltre che ex vicepresidente della Provincia di Roma.
Il Partito Comunista Italiano, invece, si affida a Sonia Pecorilli, infermiera 52 di Latina, consigliere comunale e capogruppo consiliare delegato a pubblica istruzione e sanità nel comune di Sermoneta (LT).
Le due liste Quarto Polo ed Insieme per l’Italia, infine, sostengono Fabrizio Pignalberi, la cui candidatura è stata l’ultima in ordine di tempo ad essere presentata.

I punti chiave dei programmi per il Lazio

Il programma di Alessio D’Amato è articolato in 96 pagine e contiene, al primo punto, cinque progetti (le cosiddette “cinque bandiere”) che il candidato e le liste che lo sostengono reputano cruciali per la regione Lazio, quali: il diritto alla mobilità sostenibile, la dignità per chi cerca lavoro, il sostegno per l’indipendenza energetica, l’innovazione per la competitività e la sicurezza sulle strade.
Oltre a questi capisaldi, però, dal documento pubblicato sul sito ufficiale di D’Amato risulta anche una suddivisione delle proposte in dieci aree di intervento: dall’attività legislativa al turismo, dalla cultura allo sport.

L’insieme delle proposte di Francesco Rocca, invece, si concentra su una lunga serie di tematiche, che spaziano dalla salute allo sviluppo e al lavoro, dalla famiglia al territorio. Non manca, inoltre, una sezione finale intitolata “Conclusioni”, nella quale sono contenute delle critiche alla gestione Zingaretti da parte della coalizione di centrodestra, soprattutto riguardo all’IRPEF e alla pressione fiscale in generale.

Il programma di Donatella Bianchi, infine, è più o meno della stessa lunghezza di quello dell’ex presidente della Croce Rossa Italiana. In maniera simile a quanto progettato da D’Amato, anche qui le aree di intervento sono dieci, e si riferiscono a molti temi chiave dell’ideologia del Movimento, come ad esempio l’ambiente e la transizione ecologica, la digitalizzazione, la legalità e il contrasto alla criminalità organizzata, senza trascurare welfare, lavoro e diritti civili.

Quanto agli argomenti che animano il dibattito, invece, in una fase come quella attuale – ancora segnata dalle conseguenze della recente pandemia di Covid – assume un ruolo centrale la sanità, soprattutto considerando l’esperienza in tale ambito di due dei principali candidati.
In questo campo, il centrosinistra punta sulla valorizzazione del sistema sanitario regionale attraverso nuovi investimenti e nuove strutture, mentre il centrodestra intende superare l’idea di sanità regionale concentrata prevalentemente nella capitale e perseguire lo sviluppo della rete sanitaria nelle altre province; quanto al M5S, invece, si sottolinea dell’importanza delle diagnosi a livello territoriale che prescindano da quelle a livello ospedaliero.
Altro tema di grande attualità è quello dell’ambiente, su cui Donatella Bianchi punta forte – essendo la propria principale area di interesse – e su cui gli altri candidati non possono restare a guardare. Su questo terreno, ciò che differenzia di più la candidata dei 5 Stelle rispetto agli altri è il no incondizionato al termovalorizzatore, in favore di impianti di recupero della materia più piccoli; sia D’Amato che Rocca, invece, sostengono la necessità di dotarsi di tale impianto nel minor tempo possibile.
Anche l’energia rappresenta – in questo momento più che mai – una delle priorità per l’intera scena politica: non fa eccezione la regione Lazio, per la quale D’Amato propone cento comunità in cento comuni in modo da renderla leader nello sviluppo delle Comunità Energetiche Regionali; più generali e non eccessivamente dettagliate le idee in quest’ambito da parte di Rocca, mentre la Bianchi punta sul potenziamento del Reddito Energetico Regionale e sulla riconversione degli edifici attraverso fonti di energia rinnovabili.

 

Vittorio Fiaschini
Nato a Perugia 22 anni fa, dopo una triennale in Economia e finanza studio Economics of government and international organizations alla Bocconi. Amante di sport, cinema e storia, la mia passione numero uno è però la politica. Fanatico della Prima Repubblica, dico frequentemente "quando c'era lui", ma con riferimento a De Gasperi.

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