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“Noi Sardine ad Amici per parlare a tutti e contrastare Salvini su Tik Tok”

Tempo di lettura stimato: 4 min.

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Da Piazza Maggiore ad Amici passando per i Benetton. Il recente percorso delle Sardine sta facendo molto discutere sia i commentatori esterni che i suoi stessi membri. Per capire quali siano state le motivazioni che hanno portato un movimento nato contro i populismi ad essere ospite di una delle trasmissioni più rappresentative di Mediaset e quale sia la situazione al suo interno, Orizzonti Politici ha intervistato Pegah Moshir Pour garante delle Sardine in Basilicata, salita essa stessa sul palco di Amici nel finale del pezzo del programma dedicato al movimento.

Com’è maturata la decisione di andare ad Amici?

Pochi giorni fa sulla chat del coordinamento nazionale delle Sardine siamo stati informati dell’invito di Maria De Filippi in trasmissione. Inizialmente molti di noi, me per prima, hanno accolto la proposta con molto scetticismo. In seguito a una discussione sul gruppo abbiamo però compreso che era giusto andare per non rinchiuderci nella nostra solita comfort zone e provare a parlare anche a una fetta di pubblico che non ci conosce.

Questa spiegazione non ha però convinti molti vostri membri che hanno abbandonato il movimento accusato di ā€œvendersiā€ a Mediaset, una realtĆ  non certo esempio in tema di lotta al populismo.

Certo andare in una rete di Berlusconi capisco possa non essere digerito facilmente da alcuni di noi. Ma credo che questo problema vada in secondo piano se pensiamo al messaggio che abbiamo portato e soprattutto all’importanza di portarla alle fasce di etĆ  che guardano Amici. Io per prima ho una sorella di quattordici anni e sono felice che guardandoci abbia potuto comprendere quanto sia fondamentale combattere per un mondo migliore senza odio. I giovani sono importanti e non ĆØ certo un caso che Salvini sia sbarcato su Tik Tok social in voga tra gli adolescenti. Non possiamo permetterci il lusso di non parlare alle nuove generazioni quando c’è chi dall’altra parte giĆ  lo fa.

Rimane comunque il fatto che il 27 gennaio il vostro portavoce Mattia Santori aveva annunciato che sareste spariti dalla televisione. VenerdƬ eravate in un programma in prima serata. Non c’è un problema di coerenza?

Capisco anche questo possa essere visto come una mancanza di coerenza. Ma una volta arrivato l’invito abbiamo deciso che bisognava andare oltre i nostri limiti. Viviamo in una societĆ  fluida e non ci interessa chiuderci e arroccarci sulle nostre posizioni come alcuni anche dentro il nostro movimento vorrebbero fare. La nostra forza ĆØ proprio questa aprirci e parlare con le persone portando esempi di cittadinanza attiva ovunque possibile.

Per portare a termine una missione del genere ĆØ davvero pensabile rimanere solo un movimento o iniziate ad avvertire la necessitĆ  di formare un partito?

Ā Sicuramente al nostro interno ci sono sensibilitĆ  diverse sul costituire un nostro partito. La prossima assemblea nazionale che si terrĆ  a Scampia servirĆ  proprio a chiarirci le idee. Le differenze al nostro interno sono molteplici e sicuramente c’è un problema di comunicazione interna anche perchĆ© in molti casi non ci conosciamo fisicamente per questo incontrarci sarĆ  fondamentale per decidere se la forma di partito ĆØ quella più adatta alle nostre esigenze.

Però in attesa di un vostro possibile partito, siete spesso accusate di essere troppo schiacciate sulle posizioni di un partito già esistente: il Partito Democratico.

Non credo sia cosƬ: al nostro interno abbiamo, ĆØ vero, gente iscritta al Pd, ma anche membri di tanti partiti diversi come i 5 Stelle e che non hanno tessera. L’idea ĆØ che ognuno porta il suo contributo. Certo, ĆØ vero che ci sono soggetti a cui riflettori stanno dando alla testa e che vorrebbero porre dei paletti al nostro nuotare in mare aperto. Proprio per questo servirĆ  strutturarci in modo da dare la possibilitĆ  a chi vuole dare una mano di essere nelle migliori condizioni possibili per farlo e di smascherare chi cerca invece di farci rimanere statici e chiusi per calcoli personali. Ciò detto almeno nelle Sardine lucane posso dire che nessuno ha scopi elettorali e intenzioni di farsi candidare.

Candidature o no, le elezioni locali di maggio si avvicinano. Vi comporterete come in Emilia sostenendo il candidato del centrosinistra?

Il nostro ĆØ un movimento libero e quindi il nostro appoggio non ĆØ scontato, ma potrebbe esserci se il centrosinistra riuscirĆ  a esprimere candidati aperti e autorevoli come Stefano Bonaccini. Se ciò avverrĆ  e ci sarĆ  quindi una convergenza sui temi noi Sardine siamo disponibili. Parlando della mia realtĆ  per esempio se alle Comunali di Matera ci sarĆ  un’occasione per rinnovarsi in cui i partiti non ci tratteranno, come spesso hanno fatto, da ā€œragazziniā€, ma accoglieranno le nostre istanze di cambiamento siamo pronti a dare a un nostro contributo.

Come tradurrete in concreto questo contributo se non volete, per ora, candidarvi e il vostro portavoce Santori ha detto che ā€œla stagione delle piazze ĆØ chiusaā€?

Quella frase sulla stagione delle piazze non riguarda le regioni dove si terranno le elezioni. Qui sarĆ  nostro dovere scendere in piazza per continuare a realizzare gli obiettivi per cui siamo nati: risvegliare le coscienze e far appassionare i giovani alla politica.

Giunio Panarelli
Nato a Bologna, ma cresciuto salentino, frequento il corso di laurea magistrale in Politics and Policy Analysis in Bocconi. Da febbraio 2020 sono caporedattore di Oripo quindi se vi piace quello che leggete ĆØ merito mio se non vi piace ĆØ colpa degli autori. Nel 2018 ĆØ uscito per Edizioni Montag il mio primo libro "La notte degli indicibili". Un chiaro segno della crisi dell’editoria italiana.

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