Quello che si è verificato in Turingia era stato in parte previsto, e ha seguito lo stesso trend di altri Länder tedeschi. Infatti l’AfD ha fatto un incredibile boom anche a settembre in Bradeburgo e in Sassonia, che insieme alla Turingia sono le regioni orientali più economicamente deboli del Paese. In queste due regioni il partito di estrema destra ha preso rispettivamente il 23,5% e il 27,5% delle preferenze, triplicando e raddoppiano i consensi, pur non riuscendo a diventare il primo partito. Per la prima volta dal 1945 un partito di estrema destra ha superato il 20% dei consensi. Anche nei Länder di Baviera e Assia, nel 2018 AfD è riuscito a ottenere dei seggi ai parlamenti locali, con percentuali attorno al 10%.
Si tratta di un risultato notevole, visto che Alternative für Deutschland è riuscito a entrare nel Parlamento nazionale tedesco solo nel 2017, proprio grazie al sostegno delle regioni orientali più povere nelle quali è diffuso un forte malcontento per il governo di Angela Merkel.
Perché la Germania orientale?
I populisti dell’estrema destra hanno conquistato i cittadini delle regioni della Germania orientale grazie alle critiche sulle disparità salariali e pensionistiche, riuscendo a far leva su malcontento derivante dal mancato raggiungimento delle aspettative sulla riunificazione del 1990. Il muro di Berlino è caduto da ormai quasi 30 anni, eppure le regioni orientali percepiscono ancora la presenza di un grosso divario economico che le distanzia dai territori più sviluppati dell’Ovest.
Secondo l’Ifo Institute di Dresda, il reddito pro capite in termini reali nelle regioni della Germania orientale è pari al 92% di quello a Ovest. La differenza di produttività quindi esiste ancora, ma i cittadini di questi Länder la percepiscono in modo assai più marcato di quanto dovrebbero. Condividono infatti l’impressione di essere trattati come “tedeschi di seconda categoria” dalle politiche federali. Per questo motivo sempre più giovani tedeschi si trasferiscono da Est a Ovest per cercare opportunità, e il tasso di invecchiamento delle regioni orientali è maggiore rispetto a quelle occidentali.
Estrema destra, xenofobia e antisemitismo
L’AfD in Germania ha guadagnato consensi anche grazie alla politica anti-migranti, che ha permesso agli scontenti di individuare un nemico comune: i profughi e le politiche di accoglienza di Angela Merkel. La paura del diverso è stata amplificata dai recenti attentati terroristici subiti dalla Germania, diffondendo un clima di sospetto e paura verso il prossimo.
Ma non è tutto: il partito di estrema destra ha dimostrato in diverse occasioni di essere negazionista della Shoah, e ha contribuito alla riaffermazione della deriva antisemita in Germania. Sono state infatti numerose le occasioni in cui l’AfD ha cercato di minimizzare i crimini e gli orrori dell’Olocausto, finendo anche sotto indagine dell’intelligence per presunti legami con i movimenti neonazisti.
L’aumento della popolarità dell’AfD sta infatti andando a braccetto con la crescita dell’antisemitismo. Il giornale Süddeutsche Zeitung ha recentemente pubblicato un sondaggio del World Jewish Congress, che rivela che il 27% dei tedeschi ha pensieri antisemiti, il 22% i loro comportamenti causano l’odio nei loro confronti e il 41% ritiene che parlino troppo dell’Olocausto. Quasi la metà degli intervistati sostiene che siano più fedeli a Israele che alla Germania. È già da qualche mese che girare con la kippah è sconsigliato in molte zone per ragioni di sicurezza.
Questi sono alcuni dati che fanno riflettere su come sensazioni diffuse di insoddisfazione, ingiustizia e abbandono possano portare nel giro di pochi anni al ritorno di forze politiche estremiste. Anche un Paese come la Germania, che negli ultimi anni è sempre apparsa come un esempio di stabilità e sicurezza nella zona euro, è vittima dell’ondata populista che sta vivendo il resto del mondo. Questo fenomeno, in Germania come altrove, sta dando voce ai lati oscuri e alle problematiche sociali delle zone periferiche e marginali del Paese.