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Greta Thunberg, eroina o populista inconsapevole?

Tempo di lettura stimato: 6 min.

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Chi è Greta Thunberg?

Il 20 agosto del 2018 una ragazzina si presenta alle porte del parlamento svedese. Il suo nome è Greta Thunberg ed ha con sé un cartello che titola “Sciopero scolastico per il clima”. Ispirata dagli scioperi studenteschi di Parkland, Greta ha deciso di manifestare espressamente contro l’immobilità politica sulla questione ambientale. Le sue intenzioni sono chiare, vuole spingere il governo svedese ad intraprendere azioni concrete riguardanti il cambiamento climatico.

Il cambiamento climatico

La storia del nostro pianeta è ricca di cambiamenti climatici, tuttavia con questa parola ci riferiamo ad un fenomeno molto recente. La temperatura della terra, tra il 1880 e il 2014, è aumentata di circa 0.8° Celsius. I 2/3 del fenomeno dell’innalzamento delle temperature si concentrano dopo il 1975. La comunità scientifica concorda sul fatto che la causa dell’innalzamento repentino della temperatura del pianeta sia l’attività umana sul pianeta. Lo sviluppo economico basato principalmente sui combustibili fossili ha sprigionato nell’atmosfera gas serra, generando così il cambiamento climatico.

Greta raggiunge il successo mediatico

La nostra Greta ha dunque sapientemente deciso di agire. Ogni venerdì, non si reca a scuola come i suoi coetanei, ma sciopera di fronte al parlamento europeo. Le persone hanno subito provato interesse per questa ragazzina, e nei venerdì successivi più e più individui si sono affiancati a lei nelle proteste. A poco più di un anno dal suo primo sciopero è ormai diventata una celebrità. Le immagini provenienti da tutto il mondo del Global Strike For Future del 27/09/2019 hanno dimostrato la potenza comunicativa di Greta Thunberg. Alle Nazioni Unite nello stesso anno Greta ha accusato i leader mondiali di aver tradito le generazioni più giovani. I media sono rimasti affascinati da questa giovane ragazza che chiede con forza il proprio diritto ad avere un futuro. Greta è ormai diventata, per molti di noi, un simbolo di speranza che si oppone allo sfruttamento indiscriminato del pianeta.

È importante chiedersi se il sogno di Greta sia effettivamente realizzabile

Arrivati a questo punto della narrazione intorno alla figura di questa giovane ragazza, una domanda sorge spontanea… qual è il cuore del suo messaggio? Secondo Greta i governi dei paesi occidentali e i comuni cittadini dovrebbero agire concretamente per salvaguardare il pianeta. L’emissione di anidride carbonica nella nostra atmosfera potrebbe dunque essere evitata semplicemente attraverso l’impegno di tutti. La questione, tuttavia, risulta molto più complessa. Il benessere diffuso di cui le società occidentali godono dipende principalmente dall’accesso all’energia. Nella storia recente, l’accesso all’energia è dipeso in larga parte dall’utilizzo dei combustili fossili. L’utilizzo di queste preziose risorse ha permesso un diffuso miglioramento della qualità della vita, generando però l’inconveniente del cambiamento climatico. L’obiettivo ideale sarebbe riuscire a migliorare la qualità della vita, producendo energia attraverso fonti rinnovabili o meno inquinanti rispetto a quelle attuali.

Cos’è la qualità della vita?

È difficile fornire una definizione per la qualità della vita, poiché possono essere considerati diversi fattori: la speranza di vita, il reddito medio pro-capite, il livello di istruzione, la sicurezza e così via. È incontrovertibile che nel mondo tutti questi fattori siano migliorati e molti di questi trend sono riscontrabili anche nei paesi in via di sviluppo. Prendendo a titolo di esempio la speranza di vita nel mondo tra il 1708 ed il 2019, la fig. 1 mostra che la situazione è migliorata considerevolmente. Nel 1771 la speranza di vita nel mondo era sui 30 anni, oggi è superiore ai 70 anni di età. I trend in aumento non riguardano solo l’aspettativa di vita, ma anche tante altre variabili che concorrono ad accrescere la qualità della vita. Gli esseri umani sul nostro pianeta vivono drasticamente meglio rispetto al passato.

fig. 1: aspettativa di vita

Cosa ha causato un così drastico aumento della qualità della vita?

 Questi straordinari progressi, che l’umanità ha sperimentato negli ultimi 200 anni, non sono dovuti al caso. Una delle condizioni principali che ha permesso tutto ciò è l’accesso all’energia. Il grafico seguente mostra l’andamento delle diverse fonti di energia utilizzate nella storia tra il 1800 e il 2015. Come è possibile osservare in fig.2, a livello mondiale l’utilizzo delle fonti rinnovabili attualmente non è in grado di sostituire la produzione di energia generata dai combustibili fossili. Se da un lato le posizioni di Greta risultano corrette da un punto di vista etico, dall’altro si scontrano con la realtà. Le fonti rinnovabili, compresa l’energia nucleare, coprono solamente il 5,62% del fabbisogno energetico mondiale. Come possiamo cambiare il modo di produrre energia senza diminuire drasticamente il nostro benessere? Questa domanda attualmente non trova risposta, perché oggi non ci sono alternative al modo in cui produciamo l’energia che ci serve.

fig. 2: Produzione globale di energia

Qual è il contributo di Greta Thunberg al dibattito sul clima?

Tornando alle battaglie politiche di Greta bisogna capire anche qual è il suo punto di vista. È giusto che una ragazzina di 16 anni viva in maniera emotiva un problema urgente per il suo futuro. Le angosce, le paure e la rabbia di Greta Thunberg sono giustificate, perché vive i propri problemi come li vivrebbe qualsiasi sedicenne. La giovane eroina è polarizzante, si può essere o con lei o contro di lei. Non esistono sfumature, si sceglie tra il bianco e il nero. La salvezza o la fine del mondo. La storia della piccola Greta contro il cambiamento climatico incarna perfettamente lo schema narrativo della figura dell’eroe che deve raggiungere il suo obiettivo… e tutti noi possiamo essere i suoi aiutanti, con piccole azioni quotidiane. In questo schema narrativo non c’è spazio per il ragionamento sulla fattibilità delle proposte di Greta.

Le soluzioni offerte da Greta

Quali soluzioni può offrire sul tavolo delle trattative una ragazzina di 16 anni? Nessuna che valga la pena prendere in considerazione. Viene spesso raccontato che la madre di Greta ha deciso di non prendere più un aereo per sportarsi, in modo da ridurre l’emissione di gas serra. È questa un’alternativa spendibile in un mondo globalizzato? No, il flight shaming non è una soluzione credibile. Il padre di Greta ha deciso di diventare vegetariano per sostenere la lotta contro il cambiamento climatico. Anche questa, per nostra sfortuna, non è una soluzione spendibile a livello globale. È condivisibile nutrire rispetto per l’impegno e la volontà con cui Greta sta portando avanti la propria battaglia. È comprensibile essere contenti delle sue capacità di portare all’attenzione delle masse un problema urgente come il cambiamento climatico. Le soluzioni a questo problema, tuttavia, non arriveranno da lei, né tantomeno dalle piazze dei Fridays for future.

Qual è il ruolo che ha giocato il sistema dell’informazione sulla figura di Greta Thunberg?

Il sistema dell’informazione ha reagito in maniera diversa rispetto a Greta al problema del cambiamento climatico? No, gran parte della stampa ha subito in maniera passiva il fenomeno Greta, e non è riuscita a separare l’emotività dalla ragione. Nel nostro paese, e non solo, i giornali si sono divisi tra chi l’ha elevata a paladina della giustizia intergenerazionale e chi l’ha definita letteralmente una “gretina”. I giornali si sono limitati ad alimentare lo schema narrativo precedentemente menzionato. Analisi empiriche del cambiamento climatico, delle sue cause e delle conseguenze di un possibile stravolgimento delle nostre fonti di energia non vengono menzionate. Al contrario, una sana e corretta informazione dovrebbe elevare la discussione dal piano emotivo a quello razionale. I giornali dovrebbero fornire strumenti per far comprendere la complessità del mondo ai propri lettori.

A questo si aggiunge un altro importante elemento. La narrazione di Greta, completamente catastrofista su un pianeta terra prossimo alla fine, si sposa perfettamente con i toni negativi che il sistema dell’informazione utilizza. A riguardo c’è un articolo del giornale accademico First Monday che mostra come il linguaggio dei Broadcast nel mondo sia diventato più cupo dagli anni 80 ad oggi. Le news tendono ad enfatizzare i disastri e le sciagure, e cosa c’è di meglio di una giovane ragazzina che batte i pugni contro la catastrofe imminente?

Greta Thunberg, eroina o populista inconsapevole?

Arrivati a questo punto dobbiamo farci coraggio e rispondere alla domanda, che è anche il titolo di quest’articolo. Greta Thunberg è un’eroina o una populista? La mia risposta è… entrambe le cose. Da un lato è giusto riconoscerle il grande merito della diffusione del dibattito sul cambiamento climatico anche ad un pubblico di massa. Nonostante ciò le sue risposte risultano troppo semplicistiche e prive di applicazioni pratiche. Dove possiamo trovare le soluzioni di cui abbiamo bisogno? Da una fruttifera relazione tra la politica e il mondo scientifico. Troppo spesso la scienza è stata classificata come un’opinione tra le altre, forse sarebbe il caso di tornare a darle l’importanza che merita.

 

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Ennio Maresca
Amante della lettura e del Digital Marketing, ho sempre avuto una forte passione per la comunicazione politica e per il mondo dell'informazione. Studente di Marketing Management presso l'Università Bocconi.

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