Lo scorso 20 Ottobre si sono svolte le elezioni in Bolivia per rinnovare l’organo esecutivo e il parlamento. Il risultato di queste elezioni è ancora incerto per via dei fuorvianti aggiornamenti del Tribunale Supremo Elettorale. Inoltre la pubblicazione dei risultati definitivi è stabilita solo per il fine settimana.
Situazione pre elettorale
Il presidente uscente è Evo Morales, segretario del partito Movimento al Socialismo (MAS), il cui obiettivo era raggiungere il quarto mandato consecutivo. Tuttavia vi era un limite costituzionale al quarto mandato, al quale Morales ha tentato di ovviare tramite un referendum popolare nel 2016. In questo referendum i cittadini hanno espresso il loro dissenso verso il presidente, impedendo una sua candidatura. Il Tribunale supremo elettorale ha tuttavia ignorato il volere popolare consentendo a Morales di presentarsi alle elezioni. Questo ha portato ad una turbolenta campagna elettorale per via sia dei tafferugli conseguenti ai comizi di Morales sia per il timore che il voto popolare venisse manipolato a favore del presidente uscente.
Difatti a causa del forte dissenso popolare verso Morales era quasi scontato che quest’ultimo e il suo principale avversario, Carlos Mesa (ex presidente e segretario del partito di sinistra Comunidad Ciudadana), si sarebbero confrontati al successivo ballottaggio del 15 Dicembre. Morales, forte dell’appoggio delle popolazioni rurali, era previsto ottenesse circa il 40% delle preferenze. Mesa invece, forte dell’appoggio della classe media, era previsto ottenesse circa il 27% delle preferenze.
Un quadro politico inaspettato
I risultati temporanei, forniti dal Tribunale supremo elettorale per rendere più trasparenti le elezioni, presentavano invece un quadro diverso a discapito delle minoranze. Il Movimento Al Socialismo si attestava al 45% in netto vantaggio rispetto al partito concorrente Comunidad Ciudadana, che, ben oltre le aspettative, era proiettato al 38% delle preferenze. Per via di questi risultati Mesa aveva già dichiarato l’accesso al ballottaggio. D’altra parte Morales aveva invece invitato ad aspettare il conteggio delle zone rurali, pronosticando una sua vittoria.
Da quel momento gli aggiornamenti temporanei sono stati oscurati e quando, dopo 24 ore, sono stati resi nuovamente disponibili, hanno mostrato una situazione favorevole a Morales, che con il 46% delle preferenze, contro il 36% di Mesa, si riconfermerebbe presidente. Il sistema elettorale previsto per le elezioni in Bolivia prevede infatti che al primo turno il candidato risulta vincitore se ha superato la metà delle preferenze o se lo scarto dal secondo candidato è superiore al 10% delle stesse.
Una situazione di difficile risoluzione
Questo capovolgimento ha portato le opposizioni e i manifestanti antigovernativi a denunciare una manipolazione della volontà popolare e a scendere nelle maggiori piazze del paese in segno di protesta. Nella notte tra Lunedì e Martedì la polizia ha dovuto utilizzare gas lacrimogeni per placare gli scontri tra i sostenitori delle due forze politiche.
La situazione è tuttavia lontana da una risoluzione e ha cominciato a catturare l’attenzione internazionale. Ad esempio il diplomatico statunitense Michael Kozak, tramite un tweet, ha denunciato l’intenzione del Tribunale supremo elettorale di manipolare la volontà popolare boliviana.
Al momento gli scrutini ufficiali hanno raggiunto il 60% delle schede e si ha un momentaneo pareggio tra i due candidati. Di conseguenza per comprendere al meglio come evolverà la situazione bisognerà attendere i risultati ufficiali.