Caratteristiche del fenomeno, analisi settoriale e territoriale e impatto su crescita e fiscalità
Sommario
Ogni anno l’economia non osservata (Noe) contribuisce al prodotto interno lordo (Pil) italiano per oltre 200 miliardi di Euro, oscillando attorno al 12% del totale. L’insieme della attività legali e illegali che sfuggono alla misurazione statistica da parte delle autorità è tra le componenti più stabili e rilevanti del Pil italiano ma, nonostante implicazioni dirette sulla fiscalità pubblica e sulle politiche di welfare, resta largamente incompresa da cittadini e imprese.
La Noe, nelle sue componenti, è diffusa in maniera diversa nei vari settori dell’economia e dell’industria italiana, con un netto divario tra il nord e il sud del Paese. L’impatto sul totale del valore aggiunto si concentra principalmente nelle categorie di sotto- dichiarazione e nel lavoro irregolare all’interno dei settori dei servizi professionali e alle persone, dove per lo Stato è più difficile monitorare la corretta adempienza alle leggi e punire eventuali illeciti.
Inoltre, svantaggiando chi opera nell’economia legale e sfuggendo agli oneri fiscali, la Noe riduce gli incentivi di investimento delle imprese, la capacità fiscale dello Stato e quindi la potenzialità di crescita del Paese.
Per capire e quindi affrontare il fenomeno dell’economia sommersa e le sue conseguenze è necessaria una maggiore e più diffusa consapevolezza delle sue caratteristiche e componenti, di come influenza la crescita economica e la fiscalità, del suo rapporto con la tassazione ed infine del suo sviluppo negli ultimi anni.
Raccogliendo ed elaborando informazioni dalle più autorevoli fonti del Paese, Orizzonti Politici formula nelle seguenti pagine un rapporto divulgativo, che offre una panoramica accessibile ma non banale di uno dei principali problemi dell’economia italiana. Il rapporto punta ad essere un punto di partenza per un dibattito pubblico più consapevole sull’economia non osservata.
A cura di Greta Farina, Sem Manna e Riccardo Talini Lapi