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“Il terrorismo sovranista tedesco legittimato dalla politica”

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Lo scorso febbraio, l’attuale Presidente Federale della Germania Steinmeier, ha dichiarato nel corso di un intervento a una seduta straordinaria del Bundestag, che “i cattivi spiriti dell’odio e dell’antisemitismo stanno riemergendo”, facendo intendere che siamo di fronte ad un nuovo terrorismo: quello sovranista.

Poco tempo dopo, il 19 dello stesso mese, un estremista neonazista e xenofobo uccide 9 persone e ne ferisce altre 5 ad Hanau, città nei pressi di Francoforte. La strage ha avuto luogo in due bar frequentati da turchi e curdi (cosiddetti “shisha bar”). Tobias Rathjen, 43enne e cittadino tedesco, rivendica il gesto con una lettera e un videomessaggio su YouTube. La procura tedesca conferma la matrice xenofoba del gesto.  Le vittime erano quasi tutte curde ad eccezione di un bosniaco e di una polacca. Non è poi un caso che Rathjen abbia scelto Hanau. Qui, infatti, circa il 20% della popolazione è straniera.

Gli attacchi terroristici della destra xenofoba non sono niente di nuovo per la Germania. Ekrem Eddy Güzeldere, analista politico e giornalista tedesco, fornisce uno spaccato della società tedesca attuale, individuando una matrice politica dell’insorgere del terrorismo nero.

In che modo si è evoluto questo crescente sentire popolare xenofobico?  Ritiene che sia fomentato da partiti politici come l’Alternative für Deutschland o che sia stato il contrario. Cioè che sia stato il rinnovato razzismo a determinare il sorgere del suddetto partito? 

Ritengo che si tratti di due fenomeni a cui guardare sia contemporaneamente che separatamente. Da un lato il razzismo, per così dire, popolare o quotidiano e dall’altro la violenza e il terrorismo dell’estrema destra. Tra questi si può sicuramente vedere un legame, ma non necessariamente. Solo in Germania negli ultimi decenni è emerso da alcuni sondaggi volti a misurare il livello di razzismo, e spesso dell’antisemitismo – tema molto importante per la Germania del dopoguerra – che i risultati rilevati negli ultimi 40nt’anni sono molto simili tra di loro. Quindi più o meno da prima della caduta del muro di Berlino (9 Novembre 1989), in particolare a partire dagli anni ‘70 e poi negli anni ‘90, 2000 o anche l’anno scorso, è emerso che, più o meno, il 25% della popolazione è antisemita o ha sentimenti antisemiti. Non si nota un aumento davvero significativo negli anni.

Quello che invece è cambiato negli ultimi anni è l’aumento di consensi dell’Alternative für Deutschland (tradotto “Alternativa per la Germania”, in seguito “AfD”). È un partito nuovo, fondato in Germania nel 2013. Un partito di conservatori euroscettici. In questa fase, in particolare, si è pronunciato contro i pacchetti di salvataggio per la Grecia. All’origine era un partito senza razzismo né xenofobia al suo interno. Era molto incentrato sulla questione dell’Euro e dell’economia della Germania.

Come è passato dall’essere euroscettico alla xenofobia?
Il partito si trasformato da economico-nazionalista-protezionista, all’essere un partito antimmigrazione. Questa fase ha preso avvio nel 2015 con l’arrivo in Germania di più di 1 milione di siriani. In questa fase l’AfD diventa anti-islam e razzista. Gran parte della leadership è cambiata. Con questa strategia il partito ha avuto un grande successo nazionale. Quando era un partito economico-nazionalista non è entrato in Parlamento. In Germania c’è una soglia di sbarramento del 5% sia per il Parlamento nazionale, sia per i Parlamenti regionali. L’AfD non è riuscito a superare la soglia fino al 2015. Nel 2015 il partito è entrato nel Parlamento nazionale e in tutti e 16 parlamenti regionali. Con l’entrata di questo partito per la prima volta a livello nazionale c’era una legittimazione di questo discorso sul passato, del nazismo, del tempo di Hitler e una certa normalizzazione del razzismo. Secondo me è anche importante che l’AfD, entrando in tutti questi parlamenti, ha creato molti posti di lavoro, molti soldi per centinaia di attivisti di estrema destra. Inizialmente potevano assumere forse in piccole città, in ONG senza tanta diffusione e adesso con i soldi che ricevono per il personale, per gli uffici, il partito ha avuto un enorme aumento di visibilità. 
Ritrova delle strette analogie tra il partito italiano Lega e l’AfD? 

Ricordo che c’è stata una sparatoria nella quale sono rimasti feriti africani in una piccola città (il raid razzista di Macerata, ndr). Ma, come dice lei, c’è una somiglianza tra Lega e AfD, sia per quanto riguarda il programma che l’ideologia. Sono temi molto forti come l’anti-immigrazione, anti-islam, anti-integrazione, tutti presenti in entrambi i partiti. Ci sono anche legami ufficiali tra i due partiti. Sono nello stesso gruppo parlamentare europeo. 

I partiti forti di questo gruppo sono Rassemblement National che ha cambiato nome (prima era Fronte Nazionale, ndr), con a capo Marine Le Pen. La Lega, il Partito della Libertà Austriaco e l’AfD.

Organizzano eventi insieme e ci sono contatti personali tra i due partiti. Anche il modo in cui concepiscono ruolo della Russia in Europa è identico. Una differenza è forse che Salvini è una figura molto più centrale come leader della Lega. In Germania ci sono più leader minori per il momento. Ma anche il fatto che in Germania l’AfD non faceva parte del Governo, non aveva un ministro. Non c’è un leader in una posizione così centrale come quella che Salvini aveva. Questo potrebbe succedere in futuro, spero di no, ma se l’AfD andasse al Governo ci sarebbe anche una figura più centrale a livello nazionale. I politici che sono entrati in Parlamento sono persone ben conosciute. Come anche i leader delle Regioni, in particolare in quelle dell’est dove l’AfD è molto più forte che nell’ovest.

In Italia forse senza Salvini la Lega non avrebbe tutto questo seguito, in Germania invece non c’è una figura che polarizza l’attenzione dell’elettorato. 

No assolutamente. La personalità più in vista dell’AfD è il leader del partito nella provincia di Thüringen, a Sud, con la capitale Erfurt, Björn Höcke. Qui l’AfD ha raggiunto il 25% dei consensi nelle ultime elezioni. E poi Andreas Kalbitz il rappresentante del gruppo più di destra dell’AfD, chief del partito nello Stato di Brandeburgo che aveva anche quasi il 25 % alle elezioni dell’anno scorso. Rappresentano la stessa corrente, sono molto simili. Così non c’è un leader centrale e dominante, ma svariate personalità di spicco.

Qual è la principale minaccia che la Germania, o più in generale, l’Europa è chiamata a fronteggiare quando si parla di “terrorismo nero”?

Il terrorismo di estrema destra c’è in Germania dagli anni ‘60, anche con attentati, ma è stato sempre molto clandestino, nascosto. Ora, invece, si sentono più forti, si sentono parte di un mainstream che acquisisce sempre più importanza. L’assassino di Hanau non è certamente sano di mente, ma persone come lui si sono sentite per molti anni ai margini della società. Non si sentivano presi sul serio, non vedevano le loro idee in tv, in discussioni popolari, nei parlamenti. Adesso si vedono rappresentare un gruppo forte della società, che cresce. E quando l’AfD parla della necessità di difendere lo Stato, di porre rimedio alla depopolazione, del fatto che il Paese stia diventando musulmano…Alcuni vogliono fare qualcosa davvero. Ecco che dunque l’attentato di Hanau non è l’unico attentato compiuto in Germania negli ultimi anni. Anzi è il terzo solo negli ultimi 10 mesi. Si tratta di atti compiuti sia da singoli che da gruppi di estrema destra. Spesso sono diretti contro a minoranze o contro tedeschi che sono a favore dell’immigrazione o che sono a favore di una società pluralista.

In generale, la minaccia sia del terrorismo, sia in sé di questa destra estrema in crescita, è che ci sarà un indebolimento della democrazia. Anche la polarizzazione della società continuerà ad aumentare. Sia col movimento che sta crescendo, sia con altri terroristi. Questo vorrà dire anche un attacco alle istituzioni statali, ai tribunali, ai parlamenti, ai media democratici. E, se avrà successo, comporterà sicuramente alla fine della democrazia così come la conosciamo. Ma prima che tutto questo succeda, il suddetto dibattito avvelena già la società. Coloro che etnicamente non sono tedeschi, ma che sono nati in Germania, si sentono sempre più minacciati. Questo si sente molto dopo l’attentato di Hanau. Si sono sollevate le voci di molti cittadini di origine turca, asiatica, africana a riguardo. Dicono che questo razzismo contemporaneo, questo razzismo popolare, quotidiano aumenta. Vedono che lo Stato, la polizia non li protegge e che qualcosa deve cambiare. Altrimenti molti di loro probabilmente decideranno di emigrare. 

Quindi propone anche una modifica a livello legislativo?
Forse questo non è necessario al 100%. Le leggi ci sono, il problema è la loro osservanza. La polizia, i servizi segreti potevano fare molto di più contro le strutture del terrorismo di estrema destra. L’ex capo dei servizi segreti per la protezione della costituzione (Bundesamt für Verfassungsschutz), Hans-Georg Massen, è egli stesso, molto di destra. Ora che non è più a capo dell’organizzazione fa eventi sia con un gruppo molto di destra all’interno dell’Unione Cristiano-Democratica di Germania (CDU), ma anche con esponenti dell’AfD. Quando era a capo dei servizi segreti faceva molto poco contro queste strutture del terrorismo di destra, contro queste ONG di estrema destra che agiscono contro la legge, contro la Costituzione. Si poteva fare molto di più. E così si sentono molto più forti, tranquilli, potenti. Forse adesso, con la riassegnazione della carica di capo dei servizi segreti c’è una maggiore attività da parte dello Stato contro queste strutture. Solo una settimana prima dell’attentato di Hanau sono state arrestate 12 persone che facevano parte di un network clandestino che voleva attaccare i musulmani in una moschea. Se atti del genere aumentano, se lo Stato riesce a intervenire per sventarli è chiaro i migranti si sentono più al sicuro e le strutture di estrema destra meno sicure.
Ritiene che si possa individuare una data di inizio del fenomeno? Forse nel 2011, quando l’Europa si accorse del neonazismo a seguito del massacro in cui morirono 77 persone in Norvegia? 

A livello internazionale sicuramente questo è una delle vicende più importanti. In Germania l’episodio forse più importante degli ultimi anni quello che riguarda il gruppo denominato Nationalsozialistischer Untergrund, o NSU. Era un gruppo con 3 leader, che hanno cagionato la morte di 10 persone tra il 2000 e il 200. Tra di loro 9 migranti: 8 turchi e 1 greco. La decima era una poliziotta tedesca. Dopo il 2007 questo gruppo è andato nell’underground. È diventato clandestino perché non si sentiva più al sicuro. I componenti sono stati catturati anni dopo perché non avevano più soldi e hanno attaccato delle banche. Nel corso di una rapina 3 di loro sono stati arrestati. L’arresto è avvenuto molti anni dopo l’ultimo attentato. Due dei componenti si sono suicidati, mentre ora si sta svolgendo il processo contro una di loro. Dal processo è emerso come la polizia e i servizi segreti non hanno fatto molto per fermarli. Anzi, hanno anche collaborato con loro. Queste strutture ci sono ancora. Questo per la Germania, per gli immigrati, per tutte le persone democratiche è stato un grande shock. Ci sono altri gruppi, in particolare nell’est del Paese che avevano contatti con l’NSU. Sono gruppi che sopravvivono ancora. La minaccia purtroppo persiste. 

Quindi vengono in qualche modo quasi protetti dai servizi segreti. 

Per una fase purtroppo era così. In Germania la legge permette ai servizi segreti di avere contatti con gruppi illegali. Ci sono stati infiltrati sia in uno di questi gruppi illegali, che è rimasto sotto osservazione. Tutto ciò non è comunque stato d’aiuto per difendere le persone sotto minaccia. Si discute molto su questo sistema. Ha senso di esistere? Gli informatori nelle associazioni illegali ricevono un sacco di soldi, ma non danno le informazioni veramente rilevanti. Danno quelle marginali e alla fine proteggono ancora il loro gruppo

Il Ministro degli interni Seehofer (CSU) ha confermato la possibilità, per la Germania, di accogliere il 25% delle persone salvate in mare davanti all’Italia. Come è stata presa la notizia dall’elettorato? 

All’inizio la strategia di molti nel CDU e nel CSU (i due partiti attualmente al Governo) era di adottare i temi dell’AfD per ridurre il consenso dell’AfD. Dopo si sono resi conto che questa strategia fa il contrario. Non aumenta i loro consensi. Nell’ovest il CDU è ancora il partito di maggioranza nei parlamenti. Però per il partito, una questione importante per il futuro, sarà come trattare le relazioni con l’AfD. Nel caso della Turingia c’era un’alleanza inufficiale tra i partiti democratici SPD (l’ex partito comunista trasformatosi in un partito socialista) e CDU con l’AfD. L’AfD aveva anche un candidato, che non è stato votato da nessuno del suo stesso partito. Nel segreto dell’urna i voti dell’ultradestra sono confluiti su Kemmerich, il candidato liberale.

Subito dopo si è aperta una crisi politica. I vertici non dei partiti non erano favorevoli a questi accordi presi in segreto a livello locale, non hanno accettato questa votazione. La situazione di debolezza attuale deriva dalla possibilità di nuove elezioni. Questa relazione tra CDU e AfD è stata importante per il futuro. Forse questo shock della Turingia farà sì che ci sia in futuro una separazione molto più netta e nessuna ulteriore collaborazione tra CDU e AfD.

In Italia la diffusione del Covid-19 non ha fatto che alimentare il razzismo. Chi prima si scagliava contro gli africani, ora si accanisce contro i cinesi, che hanno perso la loro identità per essere visti solo come un virus vivente. Si nota la medesima sfortunata reazione in Germania?

Fino ad ora molto meno che in Italia. È anche vero che le misure prese in Germania a riguardo sono inferiori rispetto all’Italia. In Germania ancora non ci sono cittadine chiuse, villaggi inaccessibili come in Italia. Se questo cambia, sicuramente possono anche cambiare le reazioni dei tedeschi. Fino ad ora ci sono stati molto pochi casi (di Coronavirus). Si è trattato di casi isolati di persone che sono state in Cina o che avevano avuto contatti con chi aveva il virus. Sono stati messi in quarantena, e così il virus non si è diffuso e non ci sono misure come in Italia. Ma il razzismo contro gli asiatici sicuramente c’è in potenza. Dipenderà dall’aumento di contagi o meno, dal fatto che verranno prese misure forti da parte delle autorità o meno. Adesso il razzismo è diretto perlopiù contro i musulmani. Ma è anche vero che in Germania non ci sono tanti asiatici. In questo caso è anche una questione legata ai numeri. Qui ci sono abbastanza musulmani, turchi, arabi. Ci sono molte meno persone provenienti dall’Africa e dall’Asia. 

Conosce la piattaforma 8chan, sulla quale in maniera per lo più anonima ci sono manifesti preconfezionati della destra radicale e dove gli autori delle stragi motivare le loro azioni? Cosa ne pensa della diffusione di ideologia di destra reazionaria su questi siti web?

Il web è molto importante per tutti i gruppi dell’estrema destra. Le persone con un background migratorio sono spesso sotto attacco. Non conosco il sito nello specifico, ma siti di questo genere esistevano anche in Germania. In generale ci sono molte manifestazioni dell’estrema destra contro musulmani. Ma anche contro determinati individui. Può trattarsi di persone con un background migratorio, ma anche politici tedeschi in favore dell’immigrazione e del pluralismo sociale. Ne è un esempio la manifestazione svoltasi nel tribunale di Berlino contro una politica dell’SPD di origine palestinese. Si stava svolgendo un processo contro una persona che l’ha insultata. Il tribunale ha deciso che le parole che le erano state rivolte rientrano nella libertà di espressione. Nel corso del processo c’era un gruppo di più o meno 100 persone che hanno urlato, che hanno cantato l’inno nazionale contro di lei. Queste cose sono autorizzate dalla legge? Nel tribunale interviene la polizia per proteggere fisicamente la persona interessata, è consentito urlare e cantare. Di solito non ci sono sanzioni contro questo tipo di insulti. Il che dà un margine a chi, in particolare su internet, insulta e attacca a persone col background migratorio, ma chi è etnicamente tedesco, ma è in favore di una società multiculturale, in favore dell’immigrazione e del pluralismo. 

Questo accade in particolare in città piccole. Città dove i politici non hanno una grande visibilità sui media. Succede anche nei confronti di politici noti a livello nazionale, ma loro hanno una protezione maggiore. Nelle piccole città la situazione cambia. A causa di minacce del genere negli ultimi due anni alcuni sindaci hanno rinunciato alla carica, perché si sentivano minacciati.

Il razzismo spesso e volentieri è legato all’ignoranza. Quale potrebbe essere una risposta al problema? È da ricercare in un approccio politico o innanzitutto educativo?

Tutto insieme. Sicuramente non c’è una soluzione facile. L’educazione è molto importante, ma non basta. C’è anche bisogno di uno Stato forte, di azioni a livello politico, di azioni della polizia. Un sistema che protegga i diritti di tutti, che mostri che ci sono limiti che devono essere rispettati. Che ci sono conseguenze per le strutture della destra violenta che vanno contro la Costituzione e contro la legge. Sicuramente l’educazione in Germania è adeguata, ma ci sono anche cose da migliorare. Con le nuove generazioni spero che in futuro la situazione migliori. Non si potrà avere un grande miglioramento nel breve termine. Queste strutture, questi partiti, sono sorti nel corso di quasi trent’anni di storia dopo la caduta del muro. Sentimenti come il timore che i migranti sottraggano opportunità ai tedeschi non possono cambiare subito. C’è bisogno di tempo, ma si deve agire su vari fronti. Uno è l’educazione, un altro è la forza pubblica. Spero che nel futuro la situazione cambi e che si ridurranno i successi dei partiti di estrema destra, nonché l’appoggio della società a idee razziste e xenofobe.

Eleonora Ferrari
Nata in Calabria, studio giurisprudenza all’Università Bocconi. Bandita dalle cene di famiglia dall’anno 1997. Adesso che avete cantato Jingle bells non è il momento di parlare delle elezioni presidenziali in Guatemala? Con OriPo ho trovato il posto e la compagnia giusta con cui condividere la mia passione. I tempi in cui tediavo i parenti sono finiti…più o meno.

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