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Digitalizzazione in Italia: un cantiere in corso d’opera

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Quello appena trascorso, oltre che per il Covid-19 e i lockdown, sarà ricordato come l’anno che ci ha costretti a informatizzare le nostre attività. La digitalizzazione in Italia ha già ricevuto una forte spinta in questo senso, e l’Unione Europea vuole cogliere l’occasione per accelerare ancora di più il processo di transizione digitale attraverso i finanziamenti del Next Generation Eu. I nuovi progetti per digitalizzare il Paese e le attività dello Stato sono molti, anche se il Governo aveva già in cantiere delle riforme.

Cashless society, un’economia senza contanti

Quello di cui si è sentito più parlare è il Piano Italia Cashless, nominato dal Governo per la prima volta nel 2019, ancora prima della pandemia. L’intento dichiarato nel comunicato stampa era quello di incentivare l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili con l’introduzione di un “super bonus”, così definito dal Governo, nel 2021. Un’economia senza contanti, dunque, con l’intento di contrastare l’evasione fiscale e aumentare il gettito per le casse dello Stato. Ad agosto è stato quindi varato il Cashback di Stato, mentre col decreto del 24 Novembre 2020 il Governo ha stanziato le risorse, con 3 miliardi di euro per i rimborsi relativi al 2021 e 1,7 miliardi per il primo semestre 2022.

Il Cashback, però, non prevede la possibilità di usufruire degli incentivi per gli acquisti online, promuovendo indirettamente i negozi fisici e scoraggiando gli acquisti nel settore più digitale di tutti, quello dell’e-commerce. Nonostante questo punto a sfavore il sussidio è stato ben sfruttato dal governo per spingere gli italiani a interagire con le nuove piattaforme digitali sviluppate dalla Pubblica amministrazione. Per poter attivare il sussidio e partecipare alla gara del Super Cashback è infatti necessario utilizzare l’app Io, la nuova piattaforma pensata dal Governo per digitalizzare i servizi che gli enti pubblici forniscono al cittadino, facilitando interazioni e pagamenti.

App Io: sarà il nuovo punto di riferimento per i cittadini?

Con il lancio del Bonus Vacanze come prima fase sperimentale del Cashback l’app Io (scaricabile già dal 5 giugno 2020) è passata da poco più di 3 milioni di download a 9 milioni e mezzo, e il grosso dei download è avvenuto nei primi dieci giorni di dicembre. Per poter accedere bisogna usare la propria identità digitale Spid, il meccanismo spinge quindi i cittadini a dotarsi di un’identità digitale e a scaricarsi quella che nei piani dello Stato diventerà lo strumento principale per riscuotere le entrate fiscali. L’app Io è pensata per facilitare il pagamento delle tasse al contribuente, col fine ultimo quindi di incentivare il cittadino a pagare i propri contributi allo Stato.

L’app Io diventerà sempre più il punto di riferimento per rapporti digitali tra lo Stato e i cittadini. A mano a mano che prosegue la digitalizzazione della Pa, gli enti pubblici locali e nazionali metteranno i loro servizi sulla nuova piattaforma Io, permettendo ai cittadini di gestire (e pagare) i servizi erogati dallo Stato utilizzando una sola applicazione. Insieme a Spid e al nuovo sistema di pagamenti elettronici per le transazioni con enti pubblici PagoPa, l’app Io rappresenta il cuore del piano di digitalizzazione della Pa.

La digitalizzazione della Pa in Italia

Per comprendere lo stato del processo di digitalizzazione nel nostro Paese, può tornare utile il Desi (indice di Digitalizzazione dell’Economia e delle Società). L’indice riflette infatti molti dei parametri che costituiscono il processo di digitalizzazione di un Paese: completezza dei servizi online, moduli precompilati etc. Stando a questo indice, il report della Commissione europea colloca l’Italia al ventiquattresimo posto a livello europeo, vicino a Paesi come Bulgaria, Romania e Polonia e molto distante da Paesi come Francia e Spagna, oltre che dalla media Ue.

E’ quindi evidente che, sebbene qualche primo passo – anche se incerto e in fase di lavorazione – sia stato fatto, l’obiettivo di digitalizzare la Pa è ben lungi dall’essere raggiunto. Su questo si è espressa anche la Commissione parlamentare di inchiesta sulla digitalizzazione della Pa, che ha raccolto dati e audizioni quanto allo stato di digitalizzazione nel nostro Paese. Sono emerse “una scarsa conoscenza ed applicazione della normativa relativa al digitale” ed una “mancata dotazione negli anni da parte della Pa di competenze tecnologiche, manageriali e di informatica giuridica necessarie”. Come riporta un’indagine Istat, negli anni è venuto meno un investimento – fondamentale – nelle competenze necessarie all’amministrazione digitale della cosa pubblica. Questo nel lungo termine non può che riflettersi sul capitale umano a capo dell’apparato nel suo complesso.

Le complicazioni sulle stime dei benefici economici

Non sono questi gli unici fattori di criticità. Dal 2005, infatti, ogni dicastero è chiamato a rispettare quanto previsto dal Cad, il Codice dell’amministrazione digitale. Come riporta l’Agid, questo “è un testo unico che riunisce e organizza le norme riguardanti l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione nei rapporti con i cittadini e le imprese”. L’articolo 15 del testo impone ai ministeri di quantificare annualmente i risparmi effettivamente conseguiti in attuazione delle disposizioni di digitalizzazione presenti all’interno del Cad.

Ad oggi tuttavia, vi sono Ministeri che non certificano quanti soldi sono stati in grado di risparmiare grazie alla digitalizzazione. Dei sette Ministeri chiamati a rispondere, solo il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero della Giustizia sono stati in grado di certificare i suddetti risparmi – l’ultimo, ad esempio, ha dichiarato risparmi per 63 milioni di euro annui. Gli altri sono stati inadempienti: fra questi anche il Ministero dell’Economia, il Ministero della Difesa e quello degli Interni.

Digitalizzazione in Italia, quali sono i vantaggi?

L’impulso alla digitalizzazione dei metodi di pagamento nasce da una consapevolezza di inadeguatezza, messa in luce da diverse relazioni governative e non. Secondo la Banca D’Italia, l’uso di strumenti di pagamento digitali ridurrebbe il costo di produzione, di distribuzione e di stoccaggio delle banconote, riducendo anche i rischi in termini di sicurezza. La Banca D’Italia sostiene infatti che nel 2016 per effettuare tutte queste operazioni sono stati spesi circa 7,4 miliardi di euro.

Rispetto al “Piano Italia Cashless”, invece, digitalizzare la Pubblica amministrazione, le procedure interne e le modalità di fruizione di servizi ai cittadini potrebbe portare benefici economici ancora più significativi. Anche se in questo caso gli effetti economici sono molto più difficili da quantificare, il Politecnico di Milano ha stimato che la trasformazione digitale della Pa produrrebbe risparmi al bilancio dello Stato pari a 25 miliardi l’anno. Infine, anche nel piano di spesa delle risorse del Next Generation Eu presentato dal Governo è stato stimato che la digitalizzazione delle infrastrutture nazionali porterebbe a un risparmio di 3 miliardi all’anno in termini di manutenzione delle strutture.

Il Next Generation per potenziare un percorso già iniziato

Il Cashback e l’app Io sono solo due dei tanti progetti in corso per digitalizzare il nostro paese. È importante avere una visione di lungo periodo: gli incentivi ai pagamenti elettronici dureranno solo fino alla prima metà del 2022 mentre per quanto riguarda la nuova app sono ancora pochi gli enti pubblici in grado di offrire i propri servizi utilizzando la nuova piattaforma. Il Ministero per la digitalizzazione e in particolare il team per la trasformazione digitale hanno in mano tanti progetti interessanti, ed è giusto augurarsi che di fronte alle nuove risorse in arrivo dal Next Generation venga presentato un piano organico, credibile e soprattutto in continuità coi progetti di sviluppo già intrapresi. I ritorni economici e in termini di benessere collettivo sono moltissimi, anche se probabilmente potremo toccarli con mano solo tra qualche anno.

Articoli sullo stesso tema: Il Next Generation Eu può essere la svolta nel digitale. Ma l’Italia è pronta?

Testo a cura di: Mattia Moretta e Nadir Manna

Redazione
Orizzonti Politici è un think tank di studenti e giovani professionisti che condividono la passione per la politica e l’economia. Il nostro desiderio è quello di trasmettere le conoscenze apprese sui banchi universitari e in ambito professionale, per contribuire al processo di costruzione dell’opinione pubblica e di policy-making nel nostro Paese.

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