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Questione taxi e NCC: lo scontro eterno

* Immagine di copertina: [uso gratuito via Pixabay]

I servizi di taxi e di NCC vengono ciclicamente indicati come scadenti, inefficienti e manchevoli; ciò è legato al fatto che andrebbero aumentate le licenze per i conducenti. Nonostante l’urgenza del tema e i continui scontri, le amministrazioni pubbliche evitano l’argomento licenze per non entrare in conflitto con i tassisti già titolari di licenze o usandoli come scusante per evitare interventi infrastrutturali per migliorare la mobilità.

Cosa s’intende per NCC e per servizio taxi?

Il servizio di Noleggio con conducente (NCC) e il servizio taxi offrono la possibilità di effettuare uno spostamento senza l’uso di un mezzo di trasporto privato o pubblico. La corsa viene garantita da un conducente che, su richiesta del cliente, si presenta ad un certo luogo e orario per prelevarlo e portarlo a destinazione.

Il servizio NCC in certe città è addirittura superiore alla presenza di auto bianche, ciò dipende dal fatto che spesso è più semplice ricorrere al Noleggio con conducente che modificare le regole riguardanti il settore dei taxi. Una corsa NCC può essere prenotata anche tramite app, ma l’unica funzionante in Italia è Uber, la quale nel 2013 era attiva solo a Milano e Roma, ma ora si è diffusa anche nelle città dove il numero di autorizzazioni NCC è elevato. In Italia il prezzo di una corsa con Uber viene incassato per il 25% dall’app e il restante rimane al conducente, il quale è sottoposto al regime fiscale italiano delle partite Iva.

La regolamentazione del servizio taxi

Il servizio taxi è disciplinato dall’art. 86 del Codice della strada, anche se alcune competenze sono in capo ai comuni e alle regioni.

Diversi sono i mezzi di trasporto che possono svolgere l’attività di taxi, ma il requisito imprescindibile per ottenere la licenza è l’iscrizione al “Ruolo dei conducenti di veicoli o natanti adibiti ad autoservizi pubblici non di linea”, istituito dalle regioni. La licenza per l’esercizio dell’attività è concessa dai comuni ad un certo veicolo in seguito ad un concorso pubblico, e una persona non può essere contemporaneamente titolare di più licenze. Inoltre, le licenze non hanno una scadenza e possono essere rivendute nel mercato secondario.

La Legge n. 136 dell’ottobre 2023 ha previsto il potenziamento del servizio taxi, concedendo la possibilità ai comuni di rilasciare ulteriori licenze, qualora vi siano casi di incremento straordinario della domanda del servizio o eccezionali flussi turistici. Tali licenze sono però temporanee, e comunque la loro durata non supera i 12 mesi. Viene anche previsto un incremento delle licenze del 20% attuabile dai comuni tramite un concorso straordinario e solo per veicoli a basso livello di emissioni, anche se il decreto n. 223 del 2006 già consentiva di bandire concorsi straordinari nel settore.

Va notato che le licenze concesse tramite un concorso alla fine del quale si stila una graduatoria sono gratuite, ma questo non è l’unico modo per ottenere una licenza. Infatti, questa può essere acquistata ad una cifra prefissata – di cui il 20% rimane al Comune che l’ha venduta per migliorare il servizio di trasporto pubblico e la parte restante va al settore dei tassisti –, oppure tramite un accordo tra privati. Quando si emettono nuove licenze, quelle già emesse perdono valore, danneggiando chi le ha comprate investendo molto denaro (si stima in media 100-120 mila euro, quelle emesse a Milano costeranno 96.500€).

Il dibattito in breve

Ciclicamente viene sollevata la questione della scarsità di taxi e del servizio NCC, citando il fatto che ciò danneggi coloro che non possono utilizzare un mezzo proprio o pubblico – soprattutto la popolazione anziana -, coloro che necessitano una mobilità veloce, ma anche il comparto turistico. Si dibatte sulla necessità di una maggior liberalizzazione, ma finora non si è mai pregiudicato l’interesse della categoria dei tassisti a guadagnare sulle licenze.

Storicamente il settore dei tassisti è considerato rilevante dalla politica italiana, e i tentativi di riformare il settore, adattandolo alla normativa europea che stabilisce la liberalizzazione dei servizi – la cosiddetta direttiva Bolkestein – sono finora stati scarsi e inefficienti. Sono i comuni a gestire le licenze, i turni e le tariffe, ma da quando sono entrare in gioco applicazioni offerte dalle multinazionali la questione è diventata più complessa; infatti, liberalizzare completamente le corse evita l’obbligo di trasportare il cliente, permettendo di scegliere quali corse accogliere e quali rifiutare.

tassisti in Italia sono circa 24.000 e dichiaravano in media 15.000€ all’anno nel 2022, anche se tentativi di smentita sono arrivati da Roberto Mantovani, un tassista bolognese che ha pubblicato i suoi incassi per provare a denunciare il possibile tasso di evasione fiscale che sembra riguardare la categoria, ottenendo in cambio diverse minacce da parte dei colleghi.

Infine, un ulteriore problema risiede non solo nel numero scarso di taxi a disposizione e dalla concorrenza delle multinazionali, ma anche nel fatto che certe zone rimangono scoperte dal servizio poiché considerate pericolose. Infatti, il servizio taxi non viene tutelato, rischiando di dover effettuare corse prive di protezione, anche se questo fatto non è stato considerato quando si è proposto di offrire corse gratuite all’esterno dei locali notturni.

L’intervento dell’AGCM

Le segnalazioni dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) si sono susseguite nel tempo, e hanno tentato inutilmente di rendere consapevole il legislatore della necessità di garantire l’effettiva concorrenza nel mercato del servizio di taxi, aumentando il numero di licenze per garantire il soddisfacimento della domanda di mobilità.

Un esempio di queste segnalazioni riguarda il novembre 2023, quando AGCM segnalò che in un’indagine condotta sui comuni di Roma, Milano e Napoli riscontrava criticità nell’erogazione del servizio taxi, tant’è che gli utenti ne erano gravemente danneggiati in termini di qualità ed efficienza del servizio. 

La strutturale e diffusa inadeguatezza della quantità di licenze rispetto alla domanda del servizio è stata ribadita anche a marzo 2024, quando AGCM ha evidenziato la necessità di aumentare il numero di licenze tramite nuovi bandi di concorso; nonché, la necessità di adeguare il numero di licenze ai taxi attrezzati per il servizio ai soggetti portatori di handicap. Inoltre, si è segnalata la necessità di un monitoraggio stabile e pubblico della qualità del servizio, dell’istituzione e regolamentazione della doppia guida, del taxi sharing ed una migliore gestione dei turni.

Cosa ne pensa la Corte costituzionale?

Con la sentenza n. 137 del luglio 2024 la Corte costituzionale italiana ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 10-bis del decreto-legge n. 135 del dicembre 2018 sulle Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione. Il procedimento era iniziato a causa di una decisione della Regione Calabria, la quale aveva tentato di emettere nuove licenze NCC, alle quali si era però opposto il Governo.

La norma ritenuta illegittima disponeva il divieto di rilascio di nuove autorizzazioni per il compimento del servizio di NCC con autovetture, moto o natanti. In particolare, la Corte ha sollevato la questione della tutela della concorrenza e della garanzia del corretto svolgimento del servizio NCC. La norma contenuta nel decreto-legge in questione impediva il rilascio di nuove autorizzazioni allo svolgimento dell’attività di NCC fino alla piena operatività dell’Archivio informativo pubblico nazionale delle imprese titolari di licenza per il servizio taxi. L’Archivio è stato adottato ufficialmente nel 2020, ma ciò non ha comunque permesso l’adozione di ulteriori licenze, poiché, l’emanazione di queste ultime era vincolata all’ulteriore adozione di un decreto che specificasse le norme tecniche riguardanti il Foglio di servizio in formato elettronico, il quale però non è mai stato emanato, bloccando tutta la procedura.

Questione di concorrenza

La Corte costituzionale ha ritenuto il decreto-legge una restrizione della concorrenza a vantaggio degli attuali titolari di licenza per taxi, per i quali il divieto di rilascio non operava, rendendo il numero delle imprese operanti nel settore limitato ingiustificatamente. Dunque, la disposizione in questione era riconducibile ad una barriera all’ingresso del mercato, entrando in attrito con la libertà di accesso al mercato sancita dall’art. 41 della Costituzione italiana. Inoltre, anche i trattati dell’Unione europea tutelano la libertà di ingresso al mercato del trasporto di persone tramite servizio di NCC, giustificando solo restrizioni basate su motivi imperativi, purché si rispetti il principio di proporzionalità.

La Corte costituzionale ha altresì sottolineato che tale decreto-legge ha contributo per cinque anni – ovvero dalla sua entrata in vigore nel 2018 – a “mantenere in vita un divieto […] che ha gravemente compromesso la possibilità di incrementare la già carente offerta degli autoservizi pubblici non di linea”.

Quali sono alcuni possibili sviluppi futuri?

Di fronte a grandi eventi come il Giubileo del 2025 e le Olimpiadi Milano-Cortina del 2026 è necessario che i comuni ospitanti rivedano il servizio di trasporto per permettere ai residenti e ai turisti di godere della città senza doversi affannare alla ricerca del mezzo di trasporto più efficiente e veloce. Al momento, il comune di Milano ha deciso di indire un concorso per assegnare 450 nuove licenze.

La sentenza della Corte costituzionale dovrebbe dare l’impulso a un ripensamento del trasporto pubblico non di linea, aumentando il numero di licenze NCC – modificandone anche le normative – o migliorando il servizio taxi, provando a integrare efficacemente i servizi di taxi e di NCC e le piattaforme che ormai invadono in settore. Sicuro è che la decisione della Corte renderà il mercato più dinamico, ma potrebbe anche portare ad aspri scontri con la categoria dei tassisti, a meno che, non si inizi a pensare anche in questa materia con uno sguardo europeo e meno “locale”.

* Immagine di copertina: [uso gratuito via Pixabay]

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