Europa

PROMPT: la nuova lotta alla disinformazione in rete

*Immagine di copertina: PROMPT project logo

In questo articolo presentiamo PROMPT (Predictive Research on Misinformation & Propagation Trajectories), un progetto a conduzione europea che punta a contrastare la diffusione della disinformazione e della misinformazione in rete.

Il boost della pandemia alla disinformazione

La transizione in una nuova era dei media è innegabile, e nella transizione la società digitale rischia di portare con sé due criticità emerse nell’era del Covid-19. Parliamo della diffusione di “hoax” e “framing” su larga scala delle notizie diffuse online.

Sin dal lockdown, l’isolamento sociale e la crescente dipendenza dai social come principale fonte di informazione hanno creato un terreno fertile per la proliferazione di notizie false. La disinformazione (ovvero l’inganno deliberato) e la misinformazione (diffusione di falsità in maniera non intenzionale) sono i protagonisti di una falla del web che potrebbe apparire incolmabile.

Le promesse iniziali di Internet hanno lasciato spazio a manipolazioni mediatiche, presenti ormai da tempo in rete, ma che proprio durante la diffusione della Pandemia si sono intensificate,, soprattutto in risposta al rifiuto della realtà descritta dai media tradizionali.

Cos’è il progetto PROMPT?

PROMPT è un progetto pilota condotto da European Narrative Observatory. Il principale obiettivo del progetto è quello di contrastare le narrative manipolative di disinformazione e decifrarne l’impatto. Queste ultime, infatti, sono in continua espansione grazie ad agenti e tecniche di strumentalizzazione sempre più innovative e pervasive.

L’osservatorio impiega metodi basati sull’intelligenza artificiale (AI) e modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) per realizzare un monitoraggio capillare delle narrazioni di disinformazione. Altri sistemi di individuazione sfruttati sono l’analisi dinamica delle reti (DNA) e flussi di fasi (raccolti in pipeline) di carattere ibrido. Inoltre, l’osservatorio studia come le notizie alterate si propagano e si trasformano attraverso i propri canali di trasmissione, ovvero i social network e i contesti locali.

L’aspetto comune riscontrato in tutti i casi analizzati è stato come i metodi e gli agenti responsabili della disinformazione cerchino sempre più di sfruttare modelli culturali e pattern specifici, i quali permettono di ottenere un impatto maggiore e una maggior diffusione in rete.

L’innovazione di PROMPT è nell’utilizzo congiunto della potenza degli LLM insieme alla DNA. Se combinate, queste tecnologie permettono di riconoscere in modo approfondito schemi e modelli ricorrenti nei media e nei social network, non solo a livello di parole o immagini, ma anche nel modo in cui i messaggi vengono costruiti e diffusi. Così facendo, PROMPT è in grado di individuare somiglianze retoriche, cioè modi di parlare, argomentare o persuadere, che possono indicare la presenza di strategie comunicative manipolative.

Insieme ai principali scienziati, accademici e giornalisti specializzati in AI, a partire dal progetto PROMPT si sta sviluppando un modello linguistico raffinato, una dashboard di monitoraggio narrativo e si sono tenute varie conferenze per provvedere ad informare i cittadini sui temi trattati.

Chi ha reso possibile PROMPT?

Il progetto è co-finanziato dall’Unione europea, sotto Grant Agreement CNECT/LC-02629302, nell’ambito delle iniziative della DG CONNECT (l’ente della Commissione Ue che si occupa di guidare la transizione digitale in Europa) per contrastare la disinformazione e rafforzare la resilienza democratica europea.

PROMT è realizzato da un consorzio accademico e civico paneuropeo, nel quale il contributo economico della Commissione europea finanzia diversi punti del lavoro: dallo sviluppo metodologico e tecnologico (uso di LLM, analisi semantico-assiologica, network analysis dinamica), fino alla ricerca transnazionale sulla disinformazione legata ai casi della guerra in Ucraina e alle elezioni in Romania.

Il lavoro prende le mosse da NODES, un precedente progetto, anch’esso finanziato dall’Ue, dedicato alla mappatura delle narrazioni polarizzanti nel biennio 2022-2024. La novità di PROMPT è sita nell’estensione degli strumenti e della metodologia, oltre i nuovi domini d’interesse, integrando reti di analisi in tempo reale e modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM).

Chi ha concretizzato il progetto?

Poiché in rete vengono caricate grandi quantità di informazioni, queste non possono essere verificate manualmente dagli esseri umani. Pertanto, i fact-checker utilizzano vari strumenti, strategie e tecnologie per identificare narrazioni manipolative.

A causa della portata, del volume e della velocità della diffusione di narrazioni manipolative quest’ultime nel XXI secolo, l’identificazione manuale della disinformazione è spesso insufficiente e, ove possibile, gli approcci automatizzati sono cruciali per garantire controlli di qualità sulle informazioni diffuse online. Tuttavia, le AI hanno ancora difficoltà a gestire il linguaggio complesso e gli stratagemmi usati da chi crea disinformazione. Per questo gli esperti continuano a coordinare la tecnologia con il giudizio umano per ottenere risultati migliori.

Per identificare, analizzare e contrastare meglio la disinformazione, PROMPT si basa su tre capisaldi:

  1. La centralità della retorica per la diffusione narrativa;
  2. Per rilevare la disinformazione si possono utilizzare alcuni strumenti che aiutano la community online ad agire concretamente (come l’alfabetizzazione digitale, la verifica delle fonti, e la capacità di riconoscere deepfake);
  3. I modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) possono essere sfruttati per condurre analisi qualitative su larga scala.

Il coordinatore del progetto è Martin Lestra, Ph.D. in Scienze Politiche presso l’European University Institute. Già a capo di diversi progetti di cooperazione internazionale sull’intersezione tra dati e politiche pubbliche, da giugno 2024 lavora per OpinionScience.ai (o OpSci.ai), un centro di ricerca che da anni opera con università, ONG, e istituzioni.

PROMPT è un progetto collaborativo e interdisciplinare, realizzato da un ampio consorzio europeo che riunisce università, organizzazioni di fact-checking e think tank. Le altre realtà coinvolte sono L’Università degli Studi di Urbino, HUN-REN Center for Social Sciences, Re:Baltica, Les Surligneurs, Erich Brost Institute for International Journalism, Wikimedia France, Asociația Digital Bridge ed ovviamente Orizzonti Politici.

Innovazione e sicurezza made in Europe

Il progetto PROMPT, si configura dunque come un’iniziativa inedita in Europa, volta a contrastare le dinamiche della disinformazione nel contesto europeo, con un approccio sperimentale legato all’AI e potenzialmente rivoluzionario.

I ricercatori del progetto hanno creato uno strumento capace di mappare la formazione, la trasformazione e la diffusione delle narrative disinformative in otto lingue diverse, attraverso piattaforme e comunità culturali differenti. Essi si sono basati su un quadro di informazioni ricco e su una metodologia solida, analizzando casi di studio concreti, come la guerra in Ucraina e le elezioni in Romania, al fine di identificare strutture di propagazione, comunità esposte e attori chiave.

PROMPT non si limita a descrivere un fenomeno: lo traduce in dati osservabili, proponendo strumenti di analisi replicabili e aperti a giornalisti, ricercatori e società civile.

To be continued…

Nei prossimi articoli di questa serie, approfondiremo i casi studio, le metodologie sviluppate e testate nel progetto (dalle pipeline di classificazione supervisionata alle tecniche di analisi di rete multilivello descritte nel report) e come la disinformazione è cambiata nel corso del tempo.

Sarà l’occasione per esplorare più da vicino l’architettura tecnica di PROMPT, la sua evoluzione e il contributo che può offrire alla costruzione di un ecosistema informativo più trasparente, resiliente e democratico.

*Immagine di copertina: PROMPT project logo via The European Narrative Observatory/PROMPT
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