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Harry Conter e il reddito filosofale

Tempo di lettura stimato: 4 min.

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Il piccolo Harry Conter viveva tranquillo nella sua piccola San Severo, passando le giornate tra studi giuridici e pellegrinaggi a San Giovanni Rotondo per ricordare Padre Pio, ignaro del suo futuro. Nonostante nell’ultimo periodo continuassero ad arrivare misteriose lettere da CasalHogwarts, Conter continuava la sua felice vita provinciale.

Quella sera il giovane Conter stava divertendosi a contare le Panda a Metano che passavano sotto casa, quando improvvisamente un uomo grande e barbuto fece irruzione nella sua stanza: era Beppe Hagrill.

“We, belìn finalmente ti ho trovato! Dai andiamo!”

“Ma andiamo dove?”

“A CasalHogwarts a Roma ovviamente!”

“Ma…”

“Non ti sono arrivate le lettere?! Sei il nuovo presidente del Consiglio!”

“Io?! Ma perché?!”

“Certo: hai inviato la candidatura!”

Effettivamente Conter aveva sentito che cercavano un nuovo premier a CasalHogwarts e aveva inviato il suo curriculum, ma solo per scherzo scrivendoci come uniche abilità: leggere, scrivere e contare fino a 172 e una fervida fede.

“Ma non credo di avere le qualità…”

“Ma come no ragazzo certamente che ce l’hai, nessun altro candidato sapeva contare fino a 172 e poi…” e qui Hagrill si rabbuiò per un attimo: “Posso vedere il tuo santino?”

Conter meravigliato lo tirò fuori: “Andiamo proprio sul personale…”

“È proprio lui” disse Beppe Hagrill insieme compiaciuto e soddisfatto “ La fede è un grande dono e al governo di CasalHogwarts ne avremo un grande bisogno!”

Nonostante l’opposizione dei genitori (Harry Joseph come fai a governare il Paese? Non hai ancora imparato le tabelline!) Harry Joseph Conter decise di prendere su serio il suo nuovo impegno.

Sul treno per CasalHogwarts Harry Joseph fece conoscenza con due nuovi amici: Hermione Casteller, una piccola timida che alla domanda se le piacessero più i dolcetti Kinder o i KitKat rispose arrossendo: “Non si dice e comunque decide la rete di CasalHogwarts” e Ron Louis Dimaesly, un tipetto con la faccia da bravo ragazzo, ma non sveglissimo: “Il kitkat è fatto al 90% di cioccolato”.

Arrivato a CasalHogwarts Harry Joseph conobbe Draco Matteus Malvini: “E così è proprio vero: Harry Joseph Conter esiste, esiste un uomo così cretino da governare in prima persona l’Italia!”

“Non sono cretino… ho fede ha detto Hagrill!”: rispose coraggiosamente Harry Joseph, mostrando il santino e mettendo tutti a tacere.

A CasalHogwarts c’erano quattro fazioni: Grifonstelle a cui furono affidati i tre per non sapere ancora le tabelline, Serpelega a cui fu assegnato Malvini in quanto troppo stronzo per ammettere di averle imparate, Demorosso troppo disorganizzati e bonaccioni per impararle e +Corvi troppo sapientoni per poter dimostrare di averle imparate.

Harry Joseph Conter fece subito conoscenza con l’establishment di CasalHogwarts e scoprì che Beppe Hagrill in fin dei conti non contava nulla, ma a portare tutto avanti ci pensava AlbuSergius Silenterella che cercava di far ragionare le quattro casate, purtroppo con scarsi successi.

Conter e i suoi amici decisero di introdurre il cambiamento a CasalHogwarts: ben presto scoprirono la presenza nel castello del reddito filosofale che avrebbe garantito a tutti di vivere serenamente senza il bisogno di imparare le tanto fastidiose tabelline insegnate dal severissimo professor Severus Trion. I tre sospettavano che fosse proprio Trion a voler rubare il reddito filosofale che avrebbe reso inutile la sua materia. Harry Joseph e i suoi compagni riuscirono a scoprire il luogo dove si trovava, ma dovettero affrontare tre difficilissime prove per raggiungerle: eludere il pericolosissimo guardiano della matematica Bankitalia, ignorare il tranello dello spread e infine vincere una partita a scacchi bevendo con Junker. Durante il cammino Harry Joseph Conter dovette lasciare indietro Hermione Casteller “Tranquillo Harry Joseph vai avanti, la rete non mi ha ancora detto se per camminare devo muovere prima il destro o il sinistro” e Ron Louis Dimeasly “Vai avanti tu Harry Joseph, io rimango qui ad abolire la povertà delle pedine”.

Arrivato finalmente al traguardo Harry Joseph si stupì perché ad aspettarlo non c’era l’arcinemico Severus Trìon, ma l’apparentemente innocuo funzionario dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, Raptorro, con il suo immancabile turbante.

“Ma allora Casalinus si sbagliava! Non è il Mef! Siete voi i pezzi di merda che vogliono toglierci il reddito filosofale!”

“Non siamo noi è lui”: rispose Raptorro togliendosi il turbante e svelando di aver dietro il cranio niente meno che lo spirito del temutissimo Lord Voldemont.

“Ma non è possibile tu eri morto, ti eri presentato in tv con il tuo cane e avevi preso lo stesso il 3% alle elezioni!”: esclamò Harry Joseph.

“Tutta questa instabilità mi ha risvegliato”: sorrise maligno Lord Voldemont che si avventò su Harry Joseph, ma, sorprendentemente, nel momento esatto del contatto, si disintegrò: troppa incompetenza per un uomo che sapeva le tabelline.

Risvegliatosi alla fine dell’avventura, in un tranquillo letto dell’infermeria, Harry Joseph ebbe il suo colloquio finale con AlbuSergius Silenterella.

“Signore, che ne è stato del reddito filosofale?”

“Vedi Harry Joseph lo abbiamo distrutto, tranne una piccola quantità, che potrai usare per tutto, tranne che per l’acqua della Ferragni”

“Ma, signore, quindi Lord Voldemont non tornerà?”

“Mio caro ragazzo, lo senti fuori lo spread? Guarda, guarda qui la vena che mi pulsa sulla fronte perché ogni due minuti mi chiamano dall’Europa per chiedermi che diamine stiamo facendo!”

“Ma signore perché non chiamano me?”

“Perché tu non sai le tabelline Harry Joseph e detto fra noi non conti un cazzo”.

Harry Joseph sorrise soddisfatto: con lo spread fuori così alto, era proprio bello non contare un cazzo.

Giunio Panarelli
Nato a Bologna, ma cresciuto salentino, frequento il corso di laurea magistrale in Politics and Policy Analysis in Bocconi. Da febbraio 2020 sono caporedattore di Oripo quindi se vi piace quello che leggete è merito mio se non vi piace è colpa degli autori. Nel 2018 è uscito per Edizioni Montag il mio primo libro "La notte degli indicibili". Un chiaro segno della crisi dell’editoria italiana.

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