Improvvisamente accanto a lui si manifestò uno strano essere con uno strano puzzo, da ricco.
“Chi sei?!”: grido trasalendo Harry Conter tirando fuori il suo santino a mo’ di arma.
“Sono Dobbalino Harry Conter! Il suo portavoce!”
“Un portavoce a me?! Ma se non parlo mai!”
“Appunto signore mi hanno mandato da CasalHogwarts per far finta che lei qualche volta parli”.
“Ma se sono due mesi che non parlo…”
“Non secondo i giornali”: disse Dobbalino avvicinandogliene uno.
“Conter: ‘L’Europa non ci spaventa, conti della manovra sono in ordine”: lesse insieme soddisfatto e sorpreso Conter dicendo poi a Dobbalino: “Davvero ingegnosi a farmi dire queste cose, perché sai io non so contare!”
“Dobbalino lo sa signore ed è per questo che da CasalHogwarts fanno fare tutto a me”
Conter sorrise soddisfatto, poi gli venne una curiosità: “Ma quando dico ‘conti della manovra’ di che manovra sto parlando?”
Qui Dobbalino si rabbuiò: “È una brutta storia Harry Conter ed è per questo che sono venuto a dirle che lei non deve tornare a CasalHogwarts. Stanno succedendo brutte cose!”
“Ma come?! CasalHogwarts è la mia casa ormai! Che sta succedendo?”
“Sta per…”- qui Dobbalino si fermò perché il cellulare che aveva in tasca iniziò a vibrare. Con la vena della tempia pulsante Dobbalino guardò lo schermo e iniziò a inveire: “Maledetti non me ne frega un cazzo del rating di Moody’s! Io voglio godermi il ponte del primo novembre!”
“Dobbalino ti prego zitto sveglierai i miei genitori!”
Ma niente da fare la strana creatura non si dava pace: “Mi avete già fatto saltare il ponte di Ferragosto! Che fate ora che vi faccio chiudere tutti i giornali eh?! Maledetti!”
Harry Conter decise dunque di lasciarlo al suo destino e di andare a CasalHogwarts.
Sulla via Harry Conter vide all’altezza di Firenze un cartello con su scritto Leopolda e sperando fosse un posto di quelli un po’ da maialoni dove mamma non voleva che andasse, ci andò e vi conobbe Matteroy Renzallock: “Oh bimbo viè qua che io e te c’abbiamo un sacco di cose in comune!”
“Anche lei devoto di Padre Pio?”
“Macchè sono stato anche io premier!”
“Ah giusto me lo dimentico sempre…”
Dopo aver trovato simpatico, ma un po’ pieno di sé Renzallock arrivò finalmente a CasalHogwarts dove regnava il caos.
“È stata aperta la camera dello spread!”: gli spiegò preoccupatissimo il suo amico Ron Louis Dimeasly.
“Ma cosa è successo l’ultima volta?”: chiese il nostro.
“Un governo è caduto!”: rispose Hermione Casteller.
I tre decisero che bisognava trovare il modo di capire chi avesse riaperto la camera dello spread.
“È stata una manina vi dico!”: continuava a ripetere Ron Louis Dimeasly.
“Non essere stupido Ron nella mia scuola mi hanno insegnato che la mano deve essere attaccata al corpo e la rete l’ha confermato! Non sei mica in una puntata della famiglia Adams!”
“Sarà ma a me quel senatore lì, Galliani, ricorda zio Fester!”
I tre temerari riuscirono a trovare la camera dello spread e vi si diressero, ma una frana causata da Autostrade tagliò fuori Ron Dimeasly e Hermione Casteller.
“Vai avanti tu Harry Conter! Io e Hermione rimaniamo qui ad assicurarci che questi farabutti non tolgano di mezzo neanche un sasso!”
“Ma come ne uscirete?!”
“Non mi importa! L’importante è far capire che è colpa dei governi precedenti!”
Perplesso Harry Conter giunse in fondo alla camera dello spread dove trovò al computer la sorella di Ron Dimeasly: Ginny Dimeasly.
“Ginny! Ma allora sei tu che stai causando lo spread in tutto il Paese! Perché?!”
“Anche io come voi non so e tabelline! Perché non posso governare con voi?!”
“Bella domanda” pensò Harry Conter che poi le rispose: “Perché non sei stata scelta da Beppe Hagrill! Forse devi avere anche tu l’Asperger mi dispiace!”
“Beh peggio per lui perché ora faccio cadere il vostro governicchio!”
“Ma se non sai fare le tabelline come hai fatto a scatenare lo spread?!”
E qui uscì fuori dal computer un etereo giovane dal volto quasi inumano che disse: “Sono stato io! George Soros!”
“George Soros?! Ma allora esisti davvero?!”
“Sì e presto tornerò a esistere con il mio più famoso nome”: disse lui prendendo una lavagnetta su cui dimostrò come nella lingua del gruppo Bildeberg “Geroge Soros” fosse l’anagramma di “Lord Voldemont”
“Oh no ancora tu! Ma ti è morto il cane?!”: esclamò disperato Harry Conter.
“In realtà lui era solo un robot! Io non sopporto la vita umana figuriamoci le bestie tipo il mio cane o la vostra Paola Taverna!”
Harry Conter pensò che fra il cane di Lord Voldemont e Paola Taverna avrebbe sicuramente scelto il primo.
Comunque il governo sembrava finito. Ma Harry Conter indietreggiando inciampò nel filo del computer e ne staccò la spina facendo scomparire in un attimo Lord Voldemont e lo spread.
Non abituato a così tante emozioni Harry Conter svenne per poi rinvenire un caldo letto di ospedale dove venne a parlargli il preside AlbuSergius Silenterella.
“Bravo Harry Conter togliendo l’elettricità mi hai dato un pace da Bruxelles”
“Ma signore perché dice solo un po’?”
“Perché purtroppo caro Harry Conter da Bruxelles per sapere che diamine stiamo facendo non possono più ricorrere ai mezzi telematici, ma possono ancora usare…”
Proprio in quel momento un gufo depositò a Silenterella una strillettera dalla Commissione Europea che fece sudare freddo il povero anziano che si avviò preoccupatissimo verso il suo ufficio seguito da tutto lo staff.
Harry Conter fu tentato di seguirlo ma poi si ricordò che, come gli aveva già detto Silenterella, non contava un cazzo e felice e tranquillo si rimise a letto a fantasticare su come minacciare meglio i suoi amichetti per vincere la domenica successiva la partita in piazzetta a San Giovanni Rotondo.