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Fmi: Il Fondo monetario internazionale

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Il Fmi (Fondo monetario internazionale) si impegna a promuovere una cooperazione monetaria globale, ad assicurare una stabilità finanziaria e a promuovere un’elevata occupazione ed una crescita sostenibile in modo da ridurre la povertà mondiale. Il motivo principale per la sua fondazione, avvenuta nel luglio del 1944 durante la Conferenza delle Nazioni Unite a Bretton Woods, consiste nel controllo del sistema monetario internazionale. Quest’ultimo è il sistema che di scambio valute e di pagamenti internazionali che permette ai cittadini di diversi Paesi di operare internazionalmente. Gli allora 44 Stati membri, adesso 189, vollero infatti evitare la svalutazione competitiva delle valute nazionali che aveva portato alla grande depressione degli anni trenta.

La struttura del Fondo Monetario Internazionale

Il Fmi si articola attraverso una struttura gerarchica a livello direttivo. All’apice di questa gerarchia vi è il Consiglio dei governatori, a composizione plenaria. Al suo interno sono infatti presenti due rappresentanti per ogni Stato membro del fondo, tipicamente il Ministro delle finanze e il Presidente della banca centrale del Paese considerato. Il Consiglio si riunisce annualmente e ha teoricamente in seno tutti i poteri del Fmi, nonostante ne deleghi la maggior parte.

Il Consiglio esecutivo è invece composto esclusivamente da 24 rappresentanti. Di questi otto rappresentano le otto nazioni col peso maggiore nell’economia mondiale. I Paesi che non detengono una quota singola abbastanza elevata da poter nominare un proprio rappresentante, nominano i restanti rappresentanti attraverso una votazione biennale. Questo consiglio è l’anima motrice del fondo, definisce le politiche portate avanti dall’organizzazione e lavora in collaborazione con i governi degli Stati membri.

Il Consiglio esecutivo è presieduto dal Direttore o Direttrice generale, che ha funzione di presidente. L’attuale Direttrice è l’economista bulgara Kristalina Georgieva. All’interno del Segretariato generale è affiancata da quattro vice Direttori, che agiscono in nome del fondo per esprimere pareri sull’emissione dei prestiti e sulla qualità dei Paesi debitori.

Funzioni e caratteristiche dell’attività del Fmi

L’attività del fondo si articola secondo tre direttrici fondamentali. Queste gli permettono di assicurare una stabilità al sistema economico e di sostenere le economie dei Paesi in difficoltà:

  • sorveglianza, svolta a livello locale e globale in modo tale da intervenire anticipatamente su ogni possibile turbamento dell’ambiente macroeconomico. In un mondo globalizzato come quello attuale infatti, la crisi di un singolo Stato può degenerare in una crisi di portata mondiale. Per evitare che ciò accada, annualmente degli inviati del Fmi svolgono colloqui con i rappresentanti degli istituti finanziari nazionali concentrandosi sull’apparato monetario e fiscale e sulle possibili riforme strutturare che permetterebbero una stabilizzazione del sistema economico nazionale;
  • sostegno finanziario, concesso agli Stati membri che stanno attraversando un periodo di crisi di bilancio. La condizione necessaria all’erogazione di finanziamenti, emessi a condizioni molto agevoli, da parte del Fmi è una serie di riforme strutturali, concordate col fondo stesso, per il Paese che richieda il suo intervento. A fronte della crisi mondiale del 2008 il fondo ha aumentato sensibilmente i finanziamenti erogabili, in particolare per i Paesi caratterizzati da minor peso nell’economia mondiale;
  • sviluppo delle capacità, con l’espansione degli Stati membri facenti parte dell’organizzazione, il Fmi ha intrapreso un percorso di sostegno professionale e formativo a sviluppo delle economie più arretrate. L’organizzazione infatti si occupa di fornire un sostegno concreto nell’ideazione ed implementazione di politiche che rendano più efficiente il sistema fiscale e finanziario del Paese considerato. L’intento è inoltre di costruire un apparato legislativo e burocratico che consenta uno sviluppo economico corretto e sostenibile.

Le fonti di finanziamento e gli Sdr

La principale fonte di finanziamento del Fmi consiste nelle quote versate da ogni Stato membro, stabilite essenzialmente dalla relativa posizione di ogni Stato nell’economia mondiale. La misura della quota versata da ogni Paese è fondamentale, poiché determina anche il peso che quel determinato Paese ha nelle decisioni prese dal Fmi.

La seconda fonte di finanziamento del Fmi consiste nei prestiti multilaterali. Questi sono concessi da altre istituzioni finanziarie mondiali, quali ad esempio Banca mondiale o Banca europea degli investimenti. Questa seconda linea di finanziamenti è destinata principalmente a prevenire o a far fronte ad eventuali disfunzioni del sistema monetario internazionale.

L’ultima fonte di sostegno del Fmi consiste nei prestiti bilaterali. Questi prevedono siano direttamente 40 Stati membri dell’organizzazione ad erogare i fondi ad eventuali Paesi in difficoltà. Questa tipologia di prestito consente al Fmi di poter sempre garantire un aiuto economico anche in caso di un crisi globale finanziaria.

Gli Sdr (dall’inglese Special Drawing Rights) sono l’unità di conto del Fmi. Una loro singola unità coincide con un paniere formato dalla media ponderata delle cinque valute principali al mondo (dollaro Usa, euro, renminbi, yen, sterlina). Oltre ad essere un’unità di conto, i Paesi membri utilizzano gli Sdr anche come una riserva internazionale. È infatti consentito loro di scambiarli per ottenere valuta nazionale.

Le critiche al Fmi

Secondo lo statuto del Fondo Monetario Internazionale, affinché si possano erogare fondi ad un Paese in difficoltà c’è bisogno dell’autorizzazione dell’85% dei Paesi, ponderati per la propria quota di contribuzione. Tuttavia, il peso ponderato degli Stati Uniti corrisponde al 16% del totale. Di conseguenza, ad essi viene fornito un potere di veto sulle iniziative dell’organizzazione, pregiudicando teoricamente il sostegno a Paesi in conflitto, anche solo diplomatico, con gli Usa.

Il fondo è stato inoltre criticato per l’ingerenza nello sviluppo dei piani di ripiano dei deficit di bilancio dei Paesi finanziati. È infatti celebre il mea culpa del fondo a seguito dei disastrosi effetti delle politiche di austerità imposte principalmente in Grecia. A causa di queste condizioni alcuni Paesi sono restii a richiedere il sostegno del Fmi, che ha tuttavia una funzione fondamentale nella preservazione del sistema economico mondiale.

Alessandro Carrata
Nato a Monopoli all’inizio del millennio. Di giorno studio Economia e Finanza all’Università Bocconi, di sera alterno sport e politica. In OriPo ho trovato uno spazio di confronto e un gruppo di persone che non mi prende per folle se comincio a parlare di politica in un bar.

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